PECHINO – Messaggio all’America di Donald Trump e al mondo intero: siete già nel mirino, possiamo colpirvi da un momento all’altro, e con una bella testata nucleare. Ci manca solo che nell’annuncio, sfornato dall’agenzia di stato in un impeccabile inglese, i nordcoreani non ci aggiungessero perfino un hashtag, per entrare definitivamente in comunicazione con quel fanatico di Twitter del presidente americano Donald Trump: #sapevatelo.
E sì che verrebbe voglia di sorriderci un po’ su. E sì che rischiamo invece di ritrovarci di fronte alla più grave crisi internazionale dalla fine della guerra fredda. Come ha detto ieri il premier Paolo Gentiloni, qui a Pechino per il supersummit sulla nuova Via della Seta, anche in veste di presidente di turno del Sette Grandi e del comitato sanzioni dell’Onu: “Non bisogna considerarle bizzarria o stranezze locali. Questo è un problema serio per la stabilità e la sicurezza globale e anche il prossimo G7 darà un contributo a risolvere la questione”.
La propaganda nordcoreana va naturalmente presa per le molle. Pyongyang ha sempre commentato, il giorno dopo, i lanci che vengono considerati un successo, anche se gli stessi americani avvertono che perfino i fallimenti – come nel caso dei due ultimi razzi esplosi il mese scorso appena lasciata la piattaforma – si tratta comunque di un ulteriore passo in avanti verso la realizzazione di quel missile intercontinentale che nel tristemente famoso discorso di capodanno Kim Jong-un ha detto di essere pronto a lanciare: perché anche dai passi falsi si impara, o almeno i nordcoreani sanno farlo. Tutta la soddisfazione sbandierata ora da Pyongyang per l’esperimento è testimoniata dal fatto che al lancio era presente lo stesso Kim, che ha battezzato la partenza di questo nuovo Hwasong-12.