Catanzaro, 27 agosto 2013 – In migliaia hanno partecipato ai funerali del dodicenne Matteo Battaglia, ucciso da un suv in corsa mentre si trovava sulla strada statale 106 ionica, vicino al fruttivendolo del nonno, a Sellia Marina (Catanzaro).
C’era tutta la comunita’ della cittadina ionica, ma anche tantissima gente dei paesi vicini e tanti che hanno voluto rendere l’ultimo saluto al bimbo pur non conoscendolo. Numerose le autorita’ presenti, a partire dal comandante della Legione Carabinieri Calabria, il generale Adelmo Lusi, i vertici delle forze dell’ordine, i sindaci (tra i quali quello di Sellia Marina, Giuseppe Amelio, e di Catanzaro, Sergio Abramo).
La santa messa e’ stata officiata nella piazza del paese, tra la commozione mista a rabbia per la condizione in cui si trova la strada statale 106. Ed e’ proprio su questo che si e’ soffermato il parroco don Giuseppe Cosentino nel corso dell’omelia rivolgendosi alle istituzioni di ogni livello: “Da sei anni che siamo parroci in questo paese – ha detto – abbiamo istituito una messa per i giovani vittime della strada statale 106. Vi esortiamo, tutti, perche’ Matteo possa essere l’ultimo”.
Un grido di dolore perche’ possano essere adottati interventi concreti di messa in sicurezza. Quindi, da parte del parroco, un appello anche alla comunita’: “Non doveva succedere, ma e’ successo. Ed allora cosa bisogna fare ora? La prima risposta e’ la rabbia, il giudizio, la condanna, ma questo non cambia la storia. Ed allora c’e’ bisogno di silenzio e preghiera”. Il sacerdote ha aggiunto: “Matteo sara’ l’angelo custode del nostro oratorio parrocchiale. Sellia Marina, in questi giorni, ha dimostrato maturita’, compostezza e compattezza. Staremo vicini alla famiglia di Matteo e lui ci attendera’ in paradiso”. In piazza tanti palloncini e nastri, con i colori celeste, bianco e oro. “Celeste – ha detto don Giuseppe – come un bimbo che nasce; bianco come la purezza di Matteo e oro perche’ ora lui e’ in paradiso, come segno di divinita’”. Tanti anche gli striscioni affissi in ogni angolo, tutti con il volto di Matteo. Quindi i suoi compagni di scuola, con indosso una maglietta bianca e una rosa bianca in mano.
Sono stati alcuni di loro a regalare un messaggio per Matteo e per la sua famiglia, al termine della funzione. “Abbiamo trascorso insieme giornate bellissime – ha detto uno di loro – ora siamo tutti tristi, ma sappiamo che sei diventato l’angelo piu’ buono del paradiso”. Poi il messaggio di una maestra, che ha letto la lettera della classe di Matteo: “Continui a vivere in mezzo a noi – ha detto – con il tuo sorriso che ci ha insegnato a vivere con gioia. Lassu’ sarai la stella piu’ luminosa”. Una colomba bianca, liberata in cielo, ha simboleggiato il volo di Matteo in paradiso, tra gli applausi e le lacrime di almeno quattromila persone.
Ai genitori di Matteo e al fratello Salvatore, l’intera comunita’ ha donato la statua di un angelo come testimonianza dell’affetto e della presenza di Matteo.