Roma, 16 set. – (Adnkronos) – “I fatti del Concordia tornano a porre l’Italia di fronte all’opinione pubblica mondiale; questa volta pero’ gli attori pubblici e privati interagiscono tra loro tendendo alla medesima finalita’, con l’effetto di moltiplicare l’apporto dei singoli sforzi”, e’ quanto afferma il capitano Gregorio de Falco, salito alle cronache per l’accorato e veemente invito di risalire a bordo della nave al comandante della Concordia Francesco Schettino, nella notte del naufragio. “Se anche quella sera vi fosse stata consapevolezza delle priorita’ ed una vera unita’ di intenti, sono certo, che non avremmo dovuto piangere alcuna vittima”, sottolinea. De Falco “anche oggi, come 20 mesi fa nella ‘mia’ Sala operativa, a Livorno”, segue i lavori per la rotazione della nave, dal 13 gennaio 2012 appoggiata sul costone dell’Isola, una operazione che “e’ la dimostrazione di capacita’ tecnica ed organizzativa che stiamo offrendo alla pubblica opinione mondiale riscatta l’immagine di un’Italia approssimativa e cialtrona e mi inorgoglisce profondamente”.
“Oggi al Giglio le operazioni si svolgono secondo piani e procedure comuni e prestabilite. Le risorse, pubbliche e private, si integrano perfettamente e sono pronte ed opportunamente dispiegate nello scenario operativo nel quale rispondono ad una appropriata catena di Comando e controllo”, rimarca.
“Si tratta ancora una volta di un’operazione titanica – spiega il capitano – cosi’ come immani erano stati il 13 gennaio 2012 il naufragio e le operazioni di soccorso che per tutta la notte avevo condotto dalla Sala operativa di Livorno, impiegando navi, decine di motovedette ed otto elicotteri. In quella tragica circostanza, le strutture operative e decisionali dello Stato avevano dato buona prova di capacita’ ed efficienza, mentre purtroppo non si ebbe una risposta adeguata da alcuni altri soggetti coinvolti”.
Sui lavori di recupero della nave: “Non mi sembra di intravedere nelle operazioni di rotazione del relitto particolari motivi di preoccupazione, al di la’ di eventuali elementi di valutazione non conosciuti o non controllabili, quali potrebbero essere le condizioni della murata sommersa della nave e l’evoluzione della situazione meteorologica”.