Milano, 24 settembre 2013 – Confermate le condanne di primo grado per Roberta Bonizzoni oggi 34 anni, titolare del nido Primi Passi di Casarile e per la sua collaboratrice, Elena Pistillo, 35 anni: 3 anni e mezzo di pena, 5 anni di interdizione dai pubblici uffici e 5 anni di interdizione dalla professione per maltrattamenti fisici e psicologici nei confronti di 20 bambini ospiti della struttura. Confermata anche la provvisionale da pagare di 5mila euro per ognuno dei 20 bambini.
Questo è quanto ha stabilito ieri mattina, dopo una udienza durata circa 4 ore, la prima sezione penale della corte d’Appello del Tribunale di Milano. All’udienza era presente solo Roberta Bonizzoni, la titolare del nido, che durante l’udienza per la prima volta ha chiesto scusa alle famiglie. Assente invece la collaboratrice Elena Pistillo il cui avvocato ha presentato un certificato medico. La donna sarebbe ricoverata in una clinica dal maggio di quest’anno. Ieri il giudice ha pronunciato il disposto ed entro trenta giorni al massimo saranno depositate le motivazioni.
«Non potevamo sperare di meglio se non la conferma di quanto stabilito in primo grado dal Tribunale di Pavia — commenta l’avvocato Silvana Cantoro, legale rappresentante di 8 delle 19 famiglie costituitesi parte civile (una famiglia aveva al nido due figli ndr) —. La condanna a 3 anni e sei mesi e la conferma delle interdizioni sono il frutto di una pena ridotta di un terzo per la scelta del rito abbreviato. Ora attendiamo di vedere se le imputate faranno o meno ricorso in Cassazione, cosa alquanto probabile, altrimenti decorsi i termini per le due donne si aprirà la strada delle prigione».
Il processo di primo grado di era aperto il 27 settembre del 2011 con rito abbreviato. La sentenza di condanna emessa dal giudice del Tribunale di Pavia Erminio Rizzi, che aveva accolto in toto le richieste formulate dal pm Roberto Valli, era stata emessa l’8 febbraio del 2012. La bufera sull’asilo degli orrori scoppiò a marzo del 2011 quando i carabinieri arrestarono le due donne in seguito a una rapida indagine che, grazie alle intercettazioni ambientali, video e audio, portò alla luce la raccapricciante verità di quanto accadeva all’interno del nido: le due educatrici che maltrattavano fisicamente con botte e schiaffi i bambini costretti a mangiare il proprio vomito, portati in bagno e lavati con acqua gelida. I sospetti di due genitori e le conferme di un’ex educatrice diedero il via alle indagini condotte dai carabinieri della stazione di Binasco.