Immigrati: naufragio a Lampedusa, è strage

LampedusaLampedusa, 3 ottobre 2013 – I corpi, sistemati in fila uno dopo l’altro sulla banchina del molo Favaloro di Lampedusa, raccontano l’ennesima tragedia dell’immigrazione che si e’ consumata stanotte a largo dell’isola. Il bilancio, ancora provvisorio, parla di 94 morti tra cui tre bambini e due donne incinta, 155 portati in salvo e circa 250 dispersi. Una tragedia “sconvolgente”, dice il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che chiede all’Ue di intervenire e che vengano dati mezzi adeguati a Frontex per i soccorsi. E mentre il ministro Angelino Alfano si sta recando sull’isola, il premier Enrico Letta ha annunciato un consiglio dei ministri, iniziato alle 17.30 per proclamare un lutto nazionale domani. E’ ancora notte quando sul barcone, dove viaggiavano probabilmente circa 500 immigrati, per lo piu’ somali ed eritrei, scoppia un incendio, forse per un corto circuito. E’ il panico. Decine e decine di immigrati si gettano in acqua, riferiscono sopravvissuti, alcuni si mettono a nuotare per raggiungere gli scogli. “Un incubo”, raccontano i primi soccorritori: “Ci sono morti ovunque. E’ terribile”. Una catena umana lavora per prestare soccorso e per cercare quanti ancora mancano all’appello, in acqua i sommozzatori scandagliano i fondali, ma le ricerche continueranno anche stanotte. Al dolore e allo sgomento, si unisce la rabbia: “Vergogna, li vanno a soccorrere a 50 miglia nel canale di Sicilia e invece a pochi metri dalla costa queste povere persone muoiono, vergogna”, grida un lampedusano, Luigi Solina. “E’ l’ennesima vergogna – continua il cittadino lampedusano – non e’ possibile fare morire tanta gente tra cui bambini cosi’ piccoli. Vergogna. Sempre che si piange, adesso ci sara’ la solita passerella di politici ma alla fine i morti sono sempre li'”. Gia’ perche’ quest’angolo di paradiso nel Mediterraneo, meta di turisti alla ricerca di sole e mare cristallino, e’ drammaticamente abituato a trasformarsi in teatro di morte e disperazione. Davanti all’orrore di oggi, ancora una volta, il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini lancia l’urlo di tutta la comunita’: bisogna creare “corridoi umanitari. Nei paesi civili quando la gente scappa dalla guerre non si lascia annegare, si fanno i corridoi umanitari”. La procura di Agrigento apre un’inchiesta ipotizzando tra l’altro il reato di omicidio plurimo. Sara’ la magistratura a fare chiarezza, ma intanto oggi e’ il giorno del dolore e delle polemiche. Polemiche sui soccorsi. Alcuni sopravvissuti puntano il dito contro imbarcazioni che non si sarebbero fermate a prestare aiuto, ma alle accuse risponde il ministro dell’Interno Angelino Alfano difendendo la “prontezza e l’efficacia” degli interventi: i pescherecci passati nella zona del naufragio “non hanno visto” il barcone, “altrimenti sarebbero intervenuti. Gli italiani sono di grande cuore”, precisa. Il titolare del Viminale chiama poi in causa l’Ue. ”Speriamo che l’Europa si renda conto che non e’ dramma italiano ma un dramma europeo”, afferma Alfano annunciando un “appuntamento telefonico con il presidente della commissione europea Barroso, lo sentiro’ tra un paio di ore, e faremo sentire la nostra voce, alta e forte”. Intanto le immagini del disastro arrivano anche a Bruxelles. La Commissione Europea “ringrazia le autorita’ italiane per come stanno affrontando” lo sbarco, fa sapere il portavoce del commissario Ue agli Affari interni, Cecilia Malmstroem sottolineando che “nessun Paese puo’ affrontare da solo questo problema. E’ una questione che necessita un impegno a livello europeo”. Lo stesso commissario Ue alla Politica regionale, Johannes Hahn “esprime la propria tristezza per la tragedia” aggiungendo che “la Ue deve vedere come aiutare” l’Italia. Una vera e propria condanna per quanto accaduto e’ quella del Papa: “Mi viene la parola vergogna: e’ una vergogna!”. “Uniamo i nostri sforzi, perche’ non si ripetano simili tragedie: solo una decisa collaborazione di tutti – esorta Bergoglio – puo’ aiutare a prevenirle”. Alle parole del Pontefice si unisce gran parte degli esponenti del mondo politico, tra cui il presidente della Camera Laura Boldrini che presto si rechera’ a Lampedusa e che annuncia per domani l’intervento di Alfano in aula, in tarda mattinata, per riferire “sia sulla situazione nell’isola sia sugli interventi che sono stati predisposti”. A chiedere di ripensare la politica migratoria e’ il presidente del Senato Piero Grasso: “Il richiamo alla responsabilita’, all’accoglienza e al soccorso di chi fugge da situazioni disperate – sottolinea – deve essere sentito da tutte le forze politiche e deve portare a una revisione della nostra legislazione in materia e a una piu’ attenta gestione dei flussi migratori. Noi non possiamo lasciare al loro destino i migranti, l’Italia non deve essere lasciata sola dall’Europa”. Chiede un cambio di passo anche il ministro l’Integrazione Cecile Kyenge seconda la quale e’ necessario ”adottare canali umanitari che rendano piu’ sicuri questi viaggi”, oggi gestiti dalle organizzazioni criminali che sfruttano il traffico di migranti. (Adnkronos)