Roma, 14 ottobre 2013 – Secco no del sindaco di Pomezia Fabio Fucci all’ipotesi paventata nelle scorse ore della tumulazione di Erich Priebke nel cimitero militare tedesco pometino. ”Sono meravigliato – dichiara Fucci – dall’eco giornalistica che ha avuto la proposta del sig. Shindler che, a mio parere, non e’ meritevole di alcuna attenzione. Sono fermamente contrario all’ipotesi paventata che, ad oggi, non ha alcun fondamento di ufficialita’. Ho gia’ contattato il referente del cimitero militare tedesco per avere informazioni in merito e, da quello che mi risulta, una tumulazione a Pomezia non sarebbe tecnicamente realizzabile, dal momento che il cimitero tedesco ospita solo militari caduti in guerra. I crimini del regime nazista – conclude Fucci – sono un segno indelebile della nostra Storia, e chi li ha commessi deve essere giudicato e poi cancellato dalla memoria collettiva. Pomezia non accogliera’ mai uno di loro”.
Intanto il Vicariato di Roma, in una nota, spiega che “l’autorita’ ecclesiastica, considerate tutte le circostanze del caso, ha ritenuto che la preghiera per il defunto e il suo affidamento alla misericordia di Dio, finalita’ proprie della celebrazione delle esequie religiose, dovessero avvenire in forma strettamente privata, cioe’ nella casa che ospitava le spoglie del defunto. Pertanto, nel rispetto della legge della Chiesa, non e’ stata negata la preghiera per il defunto, ma e’ stata decisa una modalita’ diversa da quella abituale, riservata e discreta”. Il Vicariato precisa che la proposta di una celebrazione privata “e’ stata rifiutata dall’avvocato del signor Priebke”.
Interviene l’avvocato di Erick Priebke, secondo il quale “solo Dio puo’ giudicarlo”. Paolo Giachini, alla domanda sul mancato pentimento dell’ex Ss risponde che “il pentimento riguarda azioni che sono volontarie e lui ha sempre detto che non poteva rifiutare quell’ordine. Probabilmente non lo sa lei, non lo sanno quelli che hanno parlato prima di me, e se so qualcosa lo tengo per me perche’ appartiene alla sfera intima delle persone”. “Il diritto canonico parla di peccatori manifesti – continua l’avvocato – Priebke e’ una persona che veniva regolarmente confessata, e’ stato assolto dal clero, lo accettavano in Chiesa fino a pochi mesi fa, quindi adesso non possono tirarsi indietro. Dico solo che lo hanno portato e voluto a Roma per giudicarlo e condannarlo e ora se ne vogliono liberare. Mi sembra troppo semplicistico”. Per Giachini, insomma, “si tratta solo di dare spazio a un sentimento religioso e intimo, un funerale riservato e in tranquillita’ per esigenze spirituali”. “Una grossa fetta del popolo italiano – ha aggiunto il legale – e’ sconcertata che i diritti religiosi sanciti nella nostra Costituzione e che una mente umana, non diabolica, riconosce vogliano essere negati a una persona defunta”. Per Giachini, “lo sdegno del popolo italiano, della gente vera, sincera, e’ profondo, anche nei confronti della Chiesa che sta dimostrando la sua vilta’”. La Comunita’ ebraica di Roma plaude la divieto dei funerali in citta’: “Confidiamo nell’attivita’ delle forze dell’ordine, della questura e prefettura che hanno vietato funerali pubblici che possano trasformarsi in una ghiotta occasione per i nostalgici, per i ‘nipotini di Hitler’ per fare un’adunata anche contro le leggi dello Stato, dove soprattutto immagino si creerebbero problemi di ordine pubblico”, afferma il presidente Riccardo Pacifici. “Nulla, ovviamente – aggiunge – su quello che e’ l’aspetto dei funerali in forma strettamente privata. Poi – sottolinea – c’e’ l’aspetto della sepoltura, ma anche li’ il sindaco di Roma e’ stato molto chiaro”. (AGI)