Mafialeaks.org, online il sito che raccoglie ”soffiate” antimafia: aperto anche alle cosche

mafialeaksPalermo, 5 novembre 2013 – E’ online da poche ore e c’è già chi lo definisce il “Wikileaks della mafia”. E’ Mafialeaks.org, sito mandato in rete da un gruppo di volontari italiani anonimi che ha come obiettivo quello di collegare giornalisti, forze dell’ordine e associazioni che lottano contro la criminalità organizzata. Il modello è appunto quello del più famoso “Wikileaks” ma il suo scopo – come si legge sulla piattaforma – “è quello di raccogliere informazioni riguardanti le attività mafiose direttamente dall’interno delle stesse”.

COME FUNZIONA – Chi può accedervi? Chiunque abbia qualcosa da denunciare. E si può scegliere inoltre a quale “persona fidata” indirizzare la segnalazione. A una delle testate o reporter che si sono prestati a fare da “riceventi”, oppure, più avanti, alla Divisione investigativa antimafia (Dia) – contattata dal gruppo – o a una delle associazioni antiracket che hanno aderito o aderiranno. Tra i media che hanno finora partecipato, compare “Telejato”, l’emittente tv di Partinico il cui direttore, Pino Maniaci, è da anni impegnato a raccontare la mafia con le sue inchieste. Grazie all’uso di “Globaleaks”, la piattaforma open source per il “whistleblowing”, tutte le segnalazioni resteranno anonime.

LE INFORMAZIONI – Per organizzare lo smistamento delle informazioni si è scelto di suddividerle in tre macro categorie: “Whistleblowers”, persone interne ai clan mafiosi che hanno deciso di denunciarne gli illeciti in maniera anonima; “Vittime”, persone da tempo o per la prima volta vittime di attività di stampo mafioso che vogliono segnalare uno o più abusi; “So qualcosa”, persone che sono venute a conoscenza di informazioni riguardanti attività di tipo mafioso.

IL MANIFESTO – La piattaforma si è dotata anche di un manifesto. “MafiaLeaks – si legge nella sezione Blog – vuole dare la possibilità di denunciare le attività mafiose in maniera anonima, proteggendo chi invia una segnalazione. L’obiettivo è sperimentare una tecnologia innovativa per riuscire ad abbattere il muro di omertà e di silenzio che protegge le associazioni di stampo mafioso. Per farlo ci prefiggiamo di raccogliere qualsiasi segnalazione anonima proveniente da chiunque ne sia in possesso. Per noi non è importante l’identità del mittente ma la qualità del materiale. Tutto il materiale inviato verrà automaticamente fatto pervenire nelle mani di “persone fidate” all’interno di Forze dell’ordine, giornalisti e associazioni antimafia. Chiamiamo a raccolta tutti i cittadini: “se sai qualcosa, dì qualcosa”.

PROVE – Certo c’è il problema non di poco conto delle prove. Quanto, segnalazioni anonime, possono essere ritenute attendibili? E non si corre il rischio di depistaggi? Sul punto il gruppo è chiaro: “Non abbiamo bisogno di segnalazioni anonime, abbiamo bisogno di segnalazioni anonime con prove. Siamo alla ricerca di: prestanome, conti correnti, rifugi di boss mafiosi, nomi e cognomi qualsiasi informazione purché avallata da prove”. “Anche se non fai parte di associazioni mafiose e non sei vittima – si legge ancora sul sito – le tue segnalazioni dovranno comunque essere avallate da prove. Siamo sicuri che anche questa categoria di informazioni possa essere di grande importanza. Le associazioni mafiose si appoggiano sempre più spesso alla legalità per proteggere il malaffare e per tanto hanno bisogno di figure professionali come medici, avvocati, banchieri; a MafiaLeaks siamo certi che molti cittadini comuni abbiano già in mano le prove: cartelle mediche, conti bancari, indirizzi e qualsiasi altra prova che ci permetta di tracciare e risalire al reato o a chi l’abbia commesso”. Insomma il terreno appare scivoloso e non lascia privi di dubbi.

Fonte: Corriere.it