Napoli, 15 novembre 2013 – Studenti in piazza da Torino a Palermo contro la legge di Stabilita’ in concomitanza con lo sciopero di 4 ore dei sindacati.
CAMUSSO, NON C’E’ PIU’ TEMPO, PAESE NON CE LA FA PIU’
“Non c’e’ piu’ tempo, il Paese ha bisogno di risposte”. Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, sprona il Parlamento ad un’attivita’ serrata sulla Legge di Stabilita’ denunciando confusione: “non si capisce cosa si deve fare – ha detto dal palco della manifestazione di Milano – , ogni giorno c’e’ un’ipotesi diversa. Se il dibattito – ha aggiunto – e’ sulla sorte dei singoli e dei partiti capiamo che non c’e’ interesse. Ma il Paese – ha concluso – non puo’ piu’ aspettare risposte che non vengono”.
DA TORINO A NAPOLI LA PROTESTA DEGENERA IN SCONTRI
Scontri a Napoli con sei poliziotti feriti, di cui uno con un piede fratturato e uno con una ferita da pietra alla nuca, nonche’ un carabiniere con una frattura alla mano. Due studenti universitari sono stati denunciati per resistenza a pubblico ufficiale e violenza aggravata, uno dei quali refertato per trauma cranico al Loreto Mare e dimesso con un prognosi di 10 giorni. A Napoli un corteo pacifico ha invece sfilato da piazza Mancini a via Santa Lucia, sede della giunta regionale.
E’ degenerata in tafferugli anche la manifestazione di Palermo. Quando la manifestazione e’ arrivata in piazza Indipendenza, davanti alla sede della Presidenza della Regione, ci sono stati momenti di tensione con le forze dell’ordine, e alcuni dimostranti sono stati fermati per essere identificati.
Studenti genovesi in piazza con striscioni e fumogeni per “difendere il diritto allo studio” e per dire ‘no’ alle politiche di austerita’ che, secondo gli organizzatori, “sono finalizzate allo smantellamento della scuola e di tutte le altre istituzioni di servizio pubblico”. I manifestanti hanno attraversato in corteo il centro cittadino, provocando disagi al traffico. Partiti da piazza Caricamento, sono arrivati in piazza De Ferrari, per esprimere solidarieta’ ai lavoratori di Amt, in presidio da giorni davanti alla sede della Regione Liguria contro le ipotesi di privatizzazione dell’azienda dei trasporti. Il corteo si e’ poi diretto verso Palazzo Tursi, sede del Comune, presidiato dalle forze dell’ordine. Su alcuni degli striscioni impugnati dai manifestanti si legge: ‘non staremo a guardare’ e ‘no alla scuola dei padroni’. Si tratta della seconda protesta organizzata dagli studenti dall’inizio dell’anno scolastico.
A Roma, in una piazza Sant’Andrea della Valle blindata e presidiata da Polizia e Carabinieri, il corteo degli studenti universitari e delle scuole superiori ha raggiunto il punto piu’ vicino al Senato, meta auspicata dai manifestanti. A Torino intorno alle 11 tentativo di forzare gli sbarramenti della polizia, in corso Galileo Ferraris, angolo via San Quintino, da parte della testa del corteo, guidato da un gruppo di giovani, alcuni dei quali armati di bastone.
Tentativo contenuto dalle forze dell’ordine. Si e’ concluso, invece, il corteo dei sindacati.
Momenti di tensione al corteo degli studenti, non autorizzato, a Cagliari. Un gruppo di ragazzi ha avuto uno scontro verbale con i rappresentanti delle forze dell’ordine, e qualcuno di loro e’ stato isolato dagli altri ma non allontanato per evitare di esasperare la situazione.
Hanno sfilato in migliaia in corteo a Bologna, in adesione allo sciopero indetto da Cgil, Cisl,e Uil, per chiedere che venga rivista la legge di stabilita’ eliminando sprechi e rendite, trovando risorse aggiuntive per lavoratori e a pensionati. Il corteo,partito da porta S.Felice, ha visto il suo momento conclusivo in Piazza Roosevelt. Ad aprire la manifestazione, Gianfranco Martelli, segretario generale Uil Bologna che ha posto il problema di un abbassamento del carico fiscale per il lavoro dipendente. Circa seimila persone hanno manifestato a Palermo. A fornire la cifra sono il segretario regionale della Uil, Claudio Barone, e il segretario palermitano della Cgil, Maurizio Cala’, che parlano di “uno sciopero riuscito per dire al governo nazionale che non c’e’ piu’ tempo da perdere. Restano, infatti, troppe le tasse per le famiglie e le aziende continuano a chiudere e licenziare. La recessione -proseguono i due sindacalisti- non si e’ arrestata e il Paese e’ sempre piu’ povero. Serve, quindi, un segnale di forte cambiamento per rimettere in moto la nostra economia”. Barone e Cala’ pongono poi i temi specificamente siciliani dei fondi per la cassa integrazione e gli ammortizzatori in deroga che “sono assolutamente insufficienti per il prossimo anno”, e del futuro dei ventimila precari degli enti locali.
Manifestazioni si sono svolte anche a Catania con tremila persone, a Priolo Gargallo (Siracusa) e ad Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina e Trapani. (AGI)