Cagliari, 18 novembre 2013 – La P3 – oltre a cercare di ”condizionare gli organi costituzionali dello Stato”, secondo la procura di Roma – aveva affari e interessi ovunque e puntava a mettere le mani sul business dell’eolico e delle bonifiche delle zone inquinate della Sardegna, con cui la loggia avrebbe incrementato il suo potere economico. Per l’accusa l’affare sarebbe stato gestito da Flavio Carboni, imprenditore nativo di Torralba (Sassari), che avrebbe fatto di tutto per piazzare nei punti chiave per la corsa alle energie rinnovabili, uomini di sua fiducia. Ed e’ in questo contesto che si inseriscono le posizioni del presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci che deve rispondere di abuso d’ufficio (caduta l’accusa di corruzione) per la nomina a capo dell’agenzia regionale all’ambiente (Arpas) di Ignazio Farris, considerato vicino a Carboni. Sempre all’imprenditore di Torralba avrebbero fatto capo il presidente del consorzio Tea (bonifiche) Pinello Cossu e l’ex funzionario del comune di Porto Torres, Marcello Garau anche loro indagati con Antonella Pau (compagna di Carboni considerata sua prestanome), Maria Laura Scanu Concas (moglie di Carboni e considerata sua prestanome) e il direttore dell’Unicredit di Iglesias Stefano Porcu, che per l’accusa avrebbe permesso la gestione impropria di “somme di pertinenza del sodalizio”. (AGI)