Napoli, 18 novembre 2013 – “Il danno e’ troppo grande, questa sentenza non mi ridara’ mio figlio”: cosi’ Giuseppe Romano, il padre di Lino, ucciso per errore nell’ottobre del 2012 in corso Marianella a Napoli, ha commentato in aula la sentenza che condanna all’ergastolo Salvatore Baldassarre e infligge pene severe anche agli altri quattro imputati nonostante siano collaboratori di giustizia. “Ringrazio – ha detto ancora Giuseppe Romano in lacrime – tutti quelli che in questi mesi sono stati vicini a me e alla mia famiglia”. Accanto a lui la figlia, Lucia, la moglie, Rita De Cicco, e gli avvocati che li hanno assistiti nel processo, Alberto e Giorgio Varano e Teresa Falco. “Lino non tornera’ a casa – commenta la madre dell’ucciso tra i singhiozzi – ma almeno giustizia e’ fatta”. Nei confronti di due imputati, Giovanni Marino e Carmine Annunziata, il gup Francesco Cananzi ha deciso condanne piu’ severe di quelle chieste dal pm Enrica Parascandolo: Marino, che era alla guida dell’auto del sicario, e’ stato condannato infatti a 18 anni e 8 mesi rispetto ai 16 anni della richiesta; Carmine Altamura, che ebbe un ruolo nell’organizzazione dell’omicidio, scontera’ invece 16 anni rispetto ai 14 chiesti dall’accusa. A Giovanni Marino, in particolare, come sostenuto dagli avvocati di parte civile, non e’ stata riconosciuta l’attuante di avere collaborato con la giustizia: la decisione di riferire cio’ che sapeva sul delitto, infatti, fu successiva all’arresto. Salvatore Baldassarre e’ stato anche condannato all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e alla perdita della potesta’ genitoriale. Il gup ha infine stabilito risarcimenti nei confronti delle parti civili, cioe’ la Fondazione Polis (10.000 euro), Comune di Napoli e Regione Campania (30.000 euro) e i familiari: 300.000 euro per i genitori di Lino e 130.000 euro per la sorella, da considerarsi negli ultimi tre casi una provvisionale in attesa che le somme vengano precisate nel corso del giudizio civile.(ANSA).