Roma, 19 novembre 2013 – E’ un vero e proprio bollettino di guerra. Sono 18 i morti (di cui uno individuato nel Nuorese e non ancora recuperato), tra cui 4 bambini, a causa del ciclone ‘Cleopatra’ che ha messo in ginocchio la Sardegna. Due persone risultano disperse, 2.737 sono state evacuate. La parte piu’ colpita dell’isola e’ quella centrale e settentrionale, in particolare la provincia di Olbia che conta 13 vittime. Il premier Enrico Letta parla di “tragedia nazionale” annunciando “lo stanziamento immediato per l’emergenza di 20 milioni di euro”. Il capo della Protezione civile Franco Gabrielli, arrivato nelle zone alluvionate, ha detto che “sulla Sardegna sono caduti 440 millilitri in 24 ore, la quantita’ di pioggia che nel nostro paese arriva in 6 mesi”. Il presidente della regione Sardegna Ugo Cappellacci ha parlato di un dramma di “dimensioni apocalittiche”. Ma “dobbiamo abituarci all’idea – avverte il climatologo Giampiero Maracchi, direttore dell’Istituto di biometeorologia del Cnr – eventi come questo sono destinati anche in Italia a essere sempre piu’ frequenti.
Colpa del riscaldamento dell’Oceano e della conseguente, maggiore evaporazione”. Per l’Esperto “fenomeni di un certo tipo nel nostro Paese ce ne sono sempre stati, di violenza anche simile: solo che prima avvenivano in media ogni 10 anni, adesso ne abbiamo praticamente almeno uno l’anno: basta ricordare gli esempi di Genova due anni fa e della Maremma l’anno scorso”. A colpire e’ l’intensita’ di queste ‘bombe d’acqua’, capaci di raggiungere i 400 millimetri: “E’ come se su un’area di un ettaro, poco piu’ estesa di un edificio medio, cadessero 4mila tonnellate d’acqua – spiega Maracchi – sono quantita’ difficili da immaginare e la gente non mette abbastanza attenzione nelle situazioni a rischio: in presenza di un allarme meteo di grado elevato chi e’ vicino ad un corso d’acqua, chi abita a pianoterra o, semplicemente, chi deve mettersi in viaggio dovrebbe usare moltissime cautele”. Per il climatologo, in questo modo “si potrebbero almeno salvare delle vite umane, visto che quasi tutte le vittime di questo genere di disastri sono sorprese per strada”. Intanto “Cleopatra” si sta spostando verso la penisola. La situazione e’ critica in Calabria, nel Crotonese e nel Catanzarese: la strada provinciale 25, che collega i centri della Presila Catanzarese con Catanzaro, e’ completamente crollata in piu’ punti. Il cedimento della strada e’ avvenuto a causa dell’ondata di piena del fiume Alli che costeggia la stessa arteria. Il crollo ha provocato l’isolamento dei Comuni di Fossato Serralta, Maranise, Sorbo San Basile e Albi. Restano molto critiche le condizioni di buona parte della viabilita’ del Catanzarese tra crolli, smottamenti, frane e allagamenti. (AGI)