Roma, 20 novembre 2013 – Sì alle cure con il metodo Stamina, malgrado il decreto Balduzzi che non consente di farne richiesta agli ospedali, perché i malati ”hanno diritto alla speranza”. E’ quanto stabilisce il Tribunale di Roma, che ha ammesso il ricorso di una donna di 46 anni malata di sclerosi multipla e ha ordinato all’azienda ospedaliera Spedali Civili di Brescia la somministrazione del trattamento con cellule staminali secondo il protocollo Stamina Foundation. La donna e’ affetta da sclerosi multipla dal 1982 e si era gia’ sottoposta a tutte le terapie convenzionali. Il ricorso, depositato a settembre, nasce da una prescrizione del medico specialista che indicava con urgenza il trattamento con cellule staminali in mancanza di alternative valide. L’ordinanza e’ stata emessa con un provvedimento d’urgenza giustificato dalla situazione di gravita’ delle condizioni della paziente e dal recente decreto Balduzzi che consente di ottenere il trattamento con cellule staminali a pazienti che lo hanno gia’ avviato. “Per quanto mi riguarda – ha commentato all’AGI il legale della donna, Emanuele Ruggeri – si tratta dell’ordinanza piu’ autorevole sul territorio nazionale che di fatto ha disapplicato il decreto Balduzzi. Il ricorso non nasce da un rifiuto al trattamento da parte dell’azienda, perche’ il decreto Balduzzi non consente di presentare la richiesta”. Nell’ordinanza i giudici hanno spiegato che “il diritto alla speranza dei malati non puo’ essere irragionevolmente limitato o soppresso”. “Un passaggio molto importante – ha commentato Ruggeri – perche’ qui non si parla di una guarigione certa ma di una speranza che si da al paziente, una chance di sopravvivenza”. Sui tempi del trattamento non c’e’ ancora nessuna certezza. “L’azienda non si e’ costituita parte – ha spiegato il legale – ma ha mandato una lettera con cui si e’ rimessa alle decisioni del giudice. Adesso bisognera’ aspettare un eventuale reclamo da parte loro. Inoltre – conclude – bisognera’ aspettare il parere, richiesto dal giudice, al comitato etico dell’azienda”. (AGI)
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