Condannato per traffico di droga cambia identità, smascherato e arrestato

polizia5Livorno, 4 dicembre 2013 – E’ stato catturato a Livorno il latitante Adam Musa, ricercato dal Tribunale di Torino per traffico di droga. L’operazione e’ stata condotta dalla Squadra mobile della Questura della citta’ toscana. Nato in Malawi l’8 agosto 1987, gia’ residente a Torino, Musa era ricercato dopo che nell’aprile del 2011 il tribunale torinese aveva emesso a suo carico un ordine di carcerazione per l’espiazione di 11 mesi di reclusione, a seguito di condanna, in via definitiva, nel dicembre 2009 della Corte d’Appello di Torino perche’ coinvolto in un traffico di stupefacenti.

L’uomo, durante la latitanza durata circa due anni, sfruttando i dati anagrafici del padre, aveva cambiato le proprie generalita’ in Destiny Egbe, nato a Benin City in Nigeria il 5 maggio 1985, domiciliato a Livorno in via Santa Barbara 20. Nel mese di settembre scorso il latitante a Livorno si e’ sposato con una cittadina brasiliana naturalizzata italiana, usando il nominativo diverso da quello per cui era pendente il provvedimento di esecuzione della misura carceraria.

Sempre con il nominativo di Destiny Egbe, Adam Musa ha presentato, subito dopo le nozze, richiesta di permesso di soggiorno all’Ufficio Immigrazione della Questura di Livorno. Il personale dell’Ufficio ha rilevato immediatamente delle anomalie nei dati comunicati dallo straniero, e quindi, ha richiesto l’intervento della Squadra mobile che ha avviato le indagini.

Gli accertamenti dei due uffici sul nominativo fornito hanno fatto emergere la vera identita’ dell’uomo, ricercato in campo nazionale quale Adam Musa. Sono stati effettuati, quindi, da parte della divisione della Squadra mobile, specializzata nella ricerca dei latitanti, numerosi servizi, nonche’ appostamenti.

Le ricerche hanno fatto emergere la sistematica adozione da parte di Adam Musa di accorgimenti (tra cui un indirizzo di residenza ed un’utenza cellulare intestata a terzi) al fine di renderne difficile l’individuazione. Cio’ nonostante le attivita’ svolte dalla polizia hanno consentito l’individuazione e la cattura.

Adam Musa, convinto che la copertura usata potesse trarre in inganno i poliziotti, al momento del fermo e della contestazione della pena da espiare ha negato di essere l’uomo ricercato. Solo la prova delle impronte digitali (confrontate con quelle che rilevate al nominato in occasione di un suo precedente arresto a Torino), ha confermato la sua vera identita’. Musa e’ stato condotto al carcere ‘Le sughere’ di Livorno per scontare la pena residua di 11 mesi e 4 giorni, nonche’ per il recupero dell’ammenda di 4000 euro ancora a suo carico. (Adnkronos)