Livorno, 5 dicembre 2013 – La squadra mobile della Questura di Livorno ha arrestato Michael Del Vivo, ritenuto il capo di una banda di scippatori. Micael Del Vivo, nato a Livorno il 1 luglio 1990, era il destinatario di un’ordine di esecuzione in carcere emesso dalla Procura della Repubblica di Livorno per la pena residua da scontare di un anno e 25 giorni. Cio’ a seguito della condanna divenuta definitiva nel giugno scorso da parte della Corte d’Appello di Firenze, alla pena della reclusione per 3 anni ed alla multa di 1.200 euro. Il Tribunale di Sorveglianza di Firenze a novembre ha rigettato la richiesta di applicazione di misure alternative avanzata dal legale del condannato.
A seguito delle indagini della squadra mobile di Livorno, Del Vivo e’ stato riconosciuto colpevole di ben 11 tra scippi e rapine, commessi a Livorno tra il mese di settembre 2010 e l’agosto 2011. All’epoca Del Vivo, insieme ad altri complici, tra cui diversi minorenni, aveva costituito una banda di giovani livornesi dediti a scippi e rapine in danno di passanti, nonche’ ai reati contro il patrimonio in genere.
Questi episodi avevano destato notevole allarme sociale nella citta’, a causa dei ripetuti colpi, in danno di persone di ogni eta’, anziani compresi, che, in alcuni casi, avevano subito lesioni personali gravi, a seguito degli strattonamenti e delle violenze degli scippatori.
La banda criminale fu fermata dalla squadra mobile il 5 settembre 2011 con l’operazione “Scarabeo”, che porto’ all’arresto di quattro persone e l’esecuzione di sei provvedimenti di perquisizione domiciliare nei confronti di ulteriori indagati a piede libero. Il 3 ottobre 2011 venne eseguita una quinta ordinanza di custodia cautelare in carcere, a carico di un altro complice.
Tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare in carcere vi era Micael Del Vivo, mente della banda, accusato, a vario titolo, di numerosi episodi di furto, scippo e rapina a passanti ed in abitazione. Nell’ottobre scorso, uscito dal carcere, Del Vivo, con altri due complici, si e’ reso nuovamente responsabile di altri reati, legati agli stupefacenti.
La condotta del condannato, al compimento dell’iter giudiziario, che ha determinato la definitiva condanna alla pena detentiva carceraria, ha reso inammissibile la richiesta di misure alternative alla detenzione in carcere. Per questo motivo Del Vivo e’ stato arrestato nuovamente per scontare la parte residua, pari ad un anni e 25 giorni della pena definitiva della reclusione di tre anni (oltre alla pena pecuniaria di 1.200 euro). (Adnkronos)