”Studenti cecchini, mandateli da noi in strada ad aiutare le lucciole di notte” – VIDEO

spari prostituteIl responsabile della Comunità di Rimini chiede una pena rieducativa

Verona, 5 dicembre 2013 – «Vengano con i nostri volontari delle unità di strada che ogni settimana vanno da queste ragazze e da questi trans, non per colpirli ma per incontrarli e offrire loro una via di uscita. Scopriranno che sono ragazze e ragazzi come loro, solo provenienti da paesi poveri». Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, lancia l’invito ai quattro ragazzi che venerdì scorso hanno seminato il terrore tra le lucciole che si prostituiscono in Zai. Armati con un fucile da softair, giravano in auto tra le vie della zona industriale sparando ai trans e alle prostitute. E, come se non bastasse, si divertivano a filmare le reazioni delle vittime con due telecamerine amatoriali. Quel video che, una volta pubblicato su internet, ha scatenato le reazioni degli utenti di tutta Italia. Un «raid per noia» secondo quanto riferito direttamente dai quattro universitari alla polizia intervenuta sul posto dopo che uno dei trans colpiti si è lanciato all’inseguimento con la sua auto, speronando la vettura dei ragazzi. Due di loro (quello che si trovava al volante e quello che imbracciava il fucile) sono già stati denunciati. Mentre la posizione degli altri due (tra cui anche una ragazza) è ancora al vaglio degli investigatori.

Ragazzi diventati «cecchini» all’improvviso, per il gusto di «provare nuove sensazioni e vedere come scappavano quelle lucciole». Non immaginavano che una di quelle vittime avrebbe avuto il coraggio di inseguirli e di speronarli. «Volevo ammazzarli, da dieci anni lavoro sulla strada e una cosa del genere non mi era mai capitata. Nemmeno quando vivevo a Milano» ha raccontato nei giorni scorsi il trans brasiliano protagonista (suo malgrado) della vicenda. Questione di centimetri: se quel proiettile lo avesse colpito a un occhio invece che alla tempia, avrebbe potuto perdere la vista. «Il fatto che dei giovani abbiano pensato di divertirsi sparando a prostitute e trans è frutto di una cultura che vede le persone sfruttate ai fini di prostituzione come delle non-persone, strumenti da sfruttare e da acquistare, e ora anche da colpire per ammazzare la noia» commenta il responsabile della Comunità. E lancia la proposta: «Suggeriamo che per questi giovani sia prevista una pena rieducativa – prosegue -: vengano in strada con i nostri volontari. Scopriranno che sono giovani che hanno un nome, una famiglia che hanno dovuto lasciare, una storia di violenza e sfruttamento alle spalle, a volte un figlio da mantenere, il sogno di un lavoro e un progetto di vita che si è infranto sui marciapiedi delle nostre città». In ultimo, un appello alle istituzioni della provincia: «Proponiamo alle istituzioni veronesi – conclude Ramonda – di unire le forze per definire un piano che punti a sradicare la piaga della prostituzione agendo su tre fronti: aiuto alle vittime dello sfruttamento, lotta agli sfruttatori, contrasto nei confronti dei clienti che sono i principali finanziatori del racket e la vera causa di questo fenomeno».

Fonte: Corriere del Veneto

Leggi anche:
I ragazzi della ‘Verona bene’ e gli spari (per noia) alle prostitute

http://youtu.be/iMCE6XjE-u4