Ferrara, 9 dicembre 2013 – Un anno di indagini, oltre 50 furti in case di anziani e truffe, tra Ferrara, Rovigo e Padova. Per i 5 arrestati, rubare e raggirare persone anziane sole e indifese era un lavoro. Le donne del gruppo uscivano di casa alle 8 del mattino, da due campi sosta stanziali, in cui abitano (campi privati, non si tratta del campo nomadi cittadino) e dopo aver lasciato i bambini all’asilo, battevano le campagne. E qui sapevano dove rubare, spesso aiutati da basisti. In carcere sono finite, con un ordine di custodia del gip di Ferrara chiesto dal procuratore capo 5 componenti di una stessa famiglia: marito, moglie, due figlie e una nipote. Tutto era partito nell’ottobre 2012, dopo un furto sventato dalla vicina di casa di una anziana novantenne: da quel fatto sono partite indagini dei carabinieri che hanno contestato furti e truffe a Copparo, Berra, Tresigallo, Ro Ferrarese, San Martino di Vanezze (Rovigo), Monselice (Padova), Rovigo, Crispino (Rovigo), Adria (Rovigo), Occhiobello (Rovigo), Gaiba (Rovigo), Voghiera (Ferrara) e Stienta (Rovigo). Nelle case incustodite, in zone isolate, le donne entravano utilizzando chiavi o grimaldelli, senza far danni alle porte. Asportavano denaro e oggetti in oro, orologi preziosi ma anche vestiti e generi alimentari come damigiane di vino, salami, attrezzature da giardinaggio e animali da cortile. Sceglievano le case in cui erano presenti solo persone anziane oppure case non abitate temporaneamente. (ANSA).