Roma, 11 dicembre 2013 – ”Come erano i pianeti visti da lassù?”, ”hai visto Giove?”, ”e la Supernova?”. E ancora: ”E’ vero che le stelle sono piu’ di tutti i granelli di sabbia che si trovano sulla Terra?”, “come si mangia nello spazio?”, “e come si fanno i bisogni?”. Sono alcune delle tantissime domande che i bambini ricoverati all’ospedale pediatrico Bambino Gesu’ di Roma hanno rivolto all’astronauta italiano Luca Parmitano, in visita alla struttura questa mattina. L’incontro, avvenuto nella ludoteca dell’ospedale, e’ stato un momento di gioia per i piccoli, affetti dalle piu’ svariate patologie. Tornato un mese fa da un’importante missione di 166 giorni sulla Stazione Spaziale Internazionale, Parmitano ha saputo rispondere con semplicita’ e allegria alle curiosita’ dei bimbi, che con un eta’ media di 6-7 anni hanno mostrato una grandissima vivacita’ e voglia di sapere. A Matteo che gli chiedeva come si fa a stare nello spazio per sei mesi, Parmitano ha risposto scherzando: “Eh! ci vuole tanta pazienza!”. Incredibile la quantita’ di domande tecniche: “E’ vero che la navicella, nella fase di rientro sulla Terra, si divide in tre parti una volta che rientra nell’atmosfera?”, ha per esempio chiesto Carlo. I bambini hanno poi donato all’astronauta un rilievo in cartapesta a forma rettangolare che hanno realizzato per l’occasione. Raffigura una navicella con accanto un pianeta e, in basso a sinistra, due personaggi: uno indossa una tuta spaziale e dice: “La prossima volta porta anche noi”. La visita e’ durata oltre un’ora e si e’ conclusa con una serie di autografi e di foto con i piccoli pazienti. Al termine, conversando con i giornalisti, Parmitano ha detto: “Le domande dei bambini sono bellissime perche’ c’e’ molta fantasia, molta curiosita’. Sono affascinati dallo spazio e la loro generazione fara’ dei voli che andranno oltre l’orbita terrestre”. E commentando il regalo che ha ricevuto dai piccoli: “E’ bellissimo, dimostra che nella loro mente c’e’ posto per lo spazio infinito e spero che infinito sia anche il loro futuro”. (AGI)