”La cortesia ha un prezzo”. E nell’ufficio dell’ex catasto scattano le manette

L’arresto di Fabrizia Begelle, la dipendente che chiedeva 20 euro per consegnare subito la copia di una mappa. I carabinieri sentiranno un centinaio di professionisti coinvolti

fabrizia begellePadova, 12 dicembre 2013 – «La cortesia ha un prezzo…». A pronunciare questa frase, poco prima dell’arresto, è Fabrizia Begelle, la 58enne dipendente dell’Agenzia del territorio arrestata dai carabinieri con l’accusa di corruzione a atti contrari ai doveri d’ufficio, per aver chiesto soldi ai professionisti in cambio del rapido disbrigo di costose pratiche. La frase è stata chiaramente udita dai carabinieri che in borghese hanno assistito al passaggio di circa 20 euro che la donna avrebbe intascato in cambio di una mappa catastale. I carabinieri del nucleo radiomobile del tenente Vito Franchini sono giunti all’arresto in flagranza dopo giorni di «monitoraggio» con una telecamera nascosta nella postazione della donna: video hanno registrato diversi passaggi di denaro con i quali la dipendente infedele velocizzava la consegna di mappe catastali o visure.

Documenti che di norma l’utente dovrebbe ricevere dietro pagamento di circa 80 euro in bolli e dopo l’attesa di qualche giorno. Il sistema messo in piedi dalla Begelle, ora agli arresti domiciliari, consentiva di creare una rapida via preferenziale. Non si sa da quanto andasse avanti questo «giochino», ma un rapido conto ha consentito ai carabinieri di ritenere che la donna riuscisse a racimolare anche 25mila euro l’anno. Il danno per la pubblica amministrazione sarebbe di 80mila euro l’anno ma su questo aspetto sono già partiti accertamenti interni da parte dell’ente. Certo è che il prezzo della «cortesia» richiesto dalla donna si traduce ora in un’indagine che vedrà il coinvolgimento di molte persone. Nei prossimi giorni i carabinieri sentiranno una lunga lista di professionisti che hanno avuto a che fare con la Begelle, che rischiano di essere indagati a loro volta. Si tratta di circa un centinaio di persone. L’ufficio catastale ha infatti molti accessi e si ritiene che l’arrestata concedesse anche sconti sulle «bustarelle» per i professionisti più abituali. In alcune occasioni bastava avvicinarsi allo sportello e dire «il solito..?» e pagare quei pochi soldi per vedersi consegnare una fotocopia delle mappe. Uno dei geometri già sentiti dagli investigatori avrebbe detto «beh, di che vi stupite, fanno tutti così». La frase andrà verificata ma non ci sono riscontri su altri dipendenti infedeli nell’ufficio dell’agenzia del territorio.

Roberta Polese
Fonte: Corriere del Veneto