Reggio Calabria, 12 dicembre 2013 – I Carabinieri della Stazione di Gioia Tauro, insieme ai militari del Gruppo della Guardia di Finanza, hanno notificato un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di Giuseppe Bono (42 anni), Pasquale Labate (54), Pino Priolo (58) e Michele Caccamo (54) tutti in carcere tranne l’ultimo che è ai domiciliari, per associazione per delinquere, ricettazione, truffa in concorso, falsità in scrittura privata e uso di atti e falsificazione, favoreggiamento personale, tutti reati aggravati. Il gruppo avrebbe portato a segno truffe sull’intero territorio nazionale con il beneplacito delle ‘ndrine Piromalli, Pesce e Bellocco operanti a Gioia Tauro, Rosarno e San Ferdinando. I provvedimenti scaturiscono dalla prosecuzione del filone d’indagine Dejavu che nel maggio scorso aveva già portato all’arresto di otto persone per i medesimi reati, finalizzati ad ottenere la consegna di merce da esercizi commerciali senza pagarne o pagandone in parte il corrispettivo.
Nel corso delle indagini, gli inquirenti hanno documentato l’operatività di un gruppo criminale che sfruttando competenze nel settore merceologico delle vendite on line aveva messo in piedi un sofisticato meccanismo per frodare varie aziende locali e nazionali. Il meccanismo era basato sulla comunicazione di false polizze fidejussorie attraverso le quali venivano raggirati gli ignari fornitori di svariate tipologie merceologiche. Sul documento falsificato inviato alle ditte venditrici veniva inserito un numero telefonico d’appoggio intestato ad un soggetto inesistente al quale rispondeva uno dei soggetti arrestati che spacciandosi per un funzionario di due filiali di alcune banche confermava le modalità di assicurazione dei pagamenti che puntualmente non avvenivano.
Sono state così comprate macchine per gelati piuttosto che carrelli elevatori, vini e marmi pregiati, collocati poi sul mercato nero. Nello specifico in relazione ad un ingente ordine di pregiati marmi di Carrara, i Carabinieri sono riusciti ad intervenire nel momento in cui stava avvenendo la consegna a due ricettatori anch’essi arrestati nella flagranza del reato il 10 ottobre dello scorso anno. Il collaboratore di giustizia Antonio Russo ha confermato che l’affare era stato autorizzato dalla criminalità organizzata. Il giro d’affari è stato calcolato in un milione di euro. (Adnkronos)