Ferma auto in E45, uccide la madre e si ammazza

polizia scientifica1Ravenna, 13 dicembre 2013 – Doveva fare i conti con la separazione dalla moglie e con alcuni problemi di salute della mamma. E cosi’ di prima mattina ha deciso di farla finita portando pero’ con se’ anche l’anziana madre. Ha prima fermato l’auto in una piazzola dell’E45, nelle campagne ravennati. E poi ha sparato un colpo di fucile alla donna, quindi ha rivolto l’arma verso se stesso e ha premuto il grilletto. Sia Luciano Tosi, camionista di 52 anni, che Maria Celli, pensionata di 75, sono morti sul colpo. I primi a dare l’allarme verso le 9 sono stati un paio di automobilisti che hanno visto il cadavere dell’uomo praticamente decapitato in posizione supina sull’asfalto. La vettura che era davanti, a causa dell’impatto visivo provocato dalla scena, ha frenato bruscamente tanto da venire tamponata da quella che la seguiva. Sul posto poco dopo sono arrivati i poliziotti di Stradale, Mobile e Scientifica, oltre al Pm di turno Isabella Cavallari e al medico legale. L’E45 e’ stata immediatamente chiusa tra Ravenna e Casemurate in corsia sud. Secondo i primi rilievi e’ andata cosi’. L’uomo ha accostato l’auto, una Fiat 500 azzurrina vecchio modello, su una piazzola che si trova tra gli svincoli di Casemurate e Standiana, in linea d’aria nei pressi dell’abitato della frazione di San Zaccaria. E’ sceso, ha aperto il portellone del bagagliaio per tirare fuori il suo fucile da caccia, uno dei tanti che deteneva regolarmente in quanto cacciatore per passione. Quindi ha fatto fuoco verso la testa della madre la quale era seduta sul lato passeggeri con le cinture ancora allacciate. La rosa di pallini, esplosa da distanza ravvicinata, non ha lasciato scampo alla donna che – secondo la prima ispezione cadaverica – probabilmente non si e’ nemmeno accorta di quanto le stava accadendo. A quel punto il cinquantaduenne ha puntato il fucile contro il proprio mento e ha sparato con traiettoria dal basso verso l’alto ricadendo morto a lato del bagagliaio, vicino alle gomme posteriori della vettura e con le spalle rivolte verso la mezzeria. Nell’auto non e’ stato trovato nessuno scritto che possa spiegare il gesto. Mentre nella casa di Santo Stefano, frazione delle campagne ravennati, dove madre e figlio vivevano assieme alla moglie di lui, e’ stato sequestrato un biglietto il cui contenuto potrebbe spiegare tutto. Ad avvertire in tarda mattinata la moglie – giardiniera al vicino parco di Mirabilandia – e’ stato il dirigente della Mobile, Nicola Gallo. Poco dopo lo notizia e’ stata comunicata pure alla maggiore dei due figli della coppia, una ragazza che vive con il marito a Ravenna. E’ stato piu’ difficile raggiungere l’altro, un giovane che lavora in Svizzera. Sgomenti i vicini di casa, cosi’ come il datore di lavoro del cinquantaduenne che aveva visto l’uomo giusto ieri sera: “Era la colonna portante della ditta – ha detto con un filo di voce – e chi se lo poteva immaginare…”. (ANSA).