Dipendenti accusati di assenteismo, stop all’inchiesta: ”Danno non provato”

regione veneto sede rovigoPer la legge non è quantificabile, più vicino il proscioglimento

Rovigo, 15 dicembre 2013 – Ci sarebbero forti indizi e prove che 77 impiegati della sede rodigina della Regione siano stati assenteisti sul lavoro. Però siccome la legge non permette alla Procura della Repubblica – o comunque gli rende difficile – di specificare che tipo di danno questo comportamento abbia procurato, non solo è stata respinta la richiesta di rinvio a giudizio, ma ci sono forti possibilità che i dipendenti pubblici coinvolti vengano prosciolti. Un paradosso scaturito lo scorso aprile quando, in udienza preliminare, il Gup Carlo Negri aveva rimandato al mittente – il Pm Sabrina Duò – il capo d’imputazione perché non veniva «correttamente individuato il danno» provocato dagli indagati e l’accusa non era stata «chiara sotto il profilo materiale del danno».

Tecnicamente una «restituzione degli atti» che aveva fatto tornare a zero l’inchiesta e che sapeva molto di bocciatura: scaduti i termini temporali, il sostituto procuratore non può più disporre nuove indagini e nemmeno chiedere l’archiviazione. Il Pm Duò potrà solo ripresentarsi in udienza preliminare riformulando l’accusa in base ai presupposti indicati dal Gup. Un’ennesima mazzata sull’inchiesta ieri. La Cassazione ha respinto il ricorso che il sostituto procuratore aveva presentato contro la decisione del Gup per «abnormità» ovvero per la supposta genericità delle motivazioni. E, già il 25 settembre scorso, uno degli indagati che aveva scelto il giudizio abbreviato era stato assolto con simili motivazioni. Sconfessioni pesanti per l’indagine, partita a inizio 2010 con l’esposto di un impiegato degli uffici rodigini della Regione. I dipendenti pubblici – si leggeva – per diversi mesi avrebbero timbrato regolarmente i loro cartellini, salvo poi uscire dalle sedi anche per ore, per fare la spesa o per impegni privati durante l’orario di lavoro. La conseguenza diretta di questo, secondo la Procura, si sarebbe vista nei lunghi tempi di smaltimento delle pratiche burocratiche negli uffici della Regione a Rovigo. Ovvero Genio civile in larghissima parte più l’Ispettorato dell’agricoltura e l’Urp (Ufficio relazioni col pubblico).

Ma per la legge, secondo i magistrati giudicanti, questo non è un danno quantificabile e quindi non ci sarebbe reato. Come a dire che nulla cambia se in quegli uffici si lavora o no. Rischia di essere inutile l’attività e il materiale accusatorio raccolto dalla Guardia di Finanza rodigina: perquisizioni negli uffici; circa 170 ore di videoriprese e foto di impiegati presunti assenteisti che timbrano ed escono dalla sede; l’acquisizione di tabulati, tessere magnetiche, fogli di presenza, permessi e ordini di uscita, hard-disk del videoregistratore. Per l’avvocato Luigi Migliorini, che assiste numerosi dipendenti, «travolta la richiesta di rinvio a giudizio e si torna alla fase precedente. Si smetta di usare il termine assenteisti: i miei clienti, e credo tutti o quasi gli altri interessati, hanno lavorato ore in più rispetto a quelle dovute e di ciò vi è traccia anche nell’ordinanza del giudice Negri ritenuta legittima».

Antonio Andreotti
Fonte: Corriere del Veneto