Roma, 15 dicembre 2013 – Una perdita di 30 milioni di euro in due mesi e dunque un crollo del fatturato del 30%. Sono gli effetti di una campagna mediatica, nata dalle rivelazioni del camorrista pentito Carmine Schiavone, a proposito del territorio famigerato della ”Terra dei fuochi”. Un allarme che ha colpito la Campania e i suoi prodotti agroalimentari, in quel territorio tra Napoli e Caserta perche’ e’ opinione comune ormai che ci sia una contaminazione da rifiuti pericolosi. E in particolare la mozzarella di bufala, eccellenza del made in Italy, ne sta facendo le spese con una perdita di fatturato del 30% i due mesi, pari a 30 milioni di euro. Ma a gettare acqua sul fuoco e’ il direttore del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala Dop, Antonio Lucisano. ”A fronte di 20 mila controlli l’anno sul prodotto negli ultimi tre anni non c’e’ stato un solo caso preoccupante che riguardi la salubrita’ del nostro prodotto” afferma a proposito dell’Operazione Trasparenza avviata dal Consorzio allo scopo di garantire un’informazione adeguata e alla quale aderiscono le principali associazioni dei consumatori, tra le quali Codici. ”Se una mozzarella ha il marchio Dop subisce una quantita’ molto elevata di controlli, mediamente un nostro caseificio – precisa Lucisano – subisce circa 200 controlli l’anno”. E a occuparsi di questo sono soggetti pubblici titolati quali l’Ispettorato centrale per la qualita’ e la repressione delle frodi del Mipaaf, i carabinieri del Nucelo Politiche agricole, Ambiente e Sanita’, tutte le Asl sul territorio nazionale, gli istituti zoo profilattici, il Corpo forestale e altri enti. (Adnkronos)