Roma, 26 dicembre 2013 – Addio al decreto Salva Roma, dopo le osservazioni del Capo dello Stato il premier Enrico Letta ha annunciato il ritiro del Dl. Cosa succede ora?
Probabilmente la norme che aiutavano Roma verranno reinserite nel Milleproroghe. Un pacchetto in pratica da approvare nel consiglio dei ministri il 27 dicembre che potrebbe salvare la Capitale dal default.
LA SITUAZIONE
Rivediamo la situazione prima dello stop al Salva Roma, senza il quale è forte ormai il rischio del ritorno del commissario. All’orizzonte c’era anche la necessità di innalzare l’Irpef dallo 0,9 all’1,2%. Il decreto chiedeva alla Capitale di presentare un piano di rientro entro sessanta giorni. Su quella base, il Governo era pronto a introdurre la possibilità di innalzare l’addizionale comunale dell’Irpef. Senza un’alternativa al Salva Roma, il bilancio si troverebbe senza un fondamentale paracadute. Non ci sarebbero più i fondi grazie ai quali il previsionale 2013 raggiungeva il pareggio. E crolla anche l’impalcatura sulla quale si sosteneva anche il bilancio di previsione 2014 già in preparazione.
COSA CONTENEVA IL SALVA-ROMA
La parte più importante è quella che consentiva un travaso di risorse tra la gestione commissariale e la gestione corrente. Cos’è la gestione commissariale? Dal 2008 c’è un commissario che segue la copertura del debito (circa 12 miliardi di euro) che il Comune di Roma aveva maturato in precedenza. Per ripianare quel debito Roma versa 500 milioni all’anno (una parte dell’Irpef, lo 0,4, va a quello scopo). Bene, grazie al Salva Roma, la Capitale recuperava dalla gestione commissariale 600 milioni che spalma sui bilanci del 2013 e del 2014. Ossigeno di cui le casse del Comune non possono fare a meno. Spiegava Causi, deputato Pd e membro della commissione Finanze: «Questo travaso tra gestione straordinaria e gestione di bilancio avviene a costo zero per la finanza pubblica. Nessun favore a Roma». Il Salva Roma prevedeva anche che il Comune presenti al Ministero dell’Economia un piano triennale di rientro.
di Mauro Evangelisti
Fonte Il Messaggero