Napoli, 27 dicembre 2013 – Il numero sarà facile da ricordare: «123». Oppure «666», come il Diavolo. E sarà a disposizione di chi cade nella trappola del gioco d’azzardo. La telefonata sarà gratuita. Paga lo Stato. Quello stesso Stato, però, che ha favorito l’insorgere della ludopatia autorizzando centinaia di migliaia di slot-machine e incassando soldi facili dalle famiglie più povere, spinte a giocare come reazione alla crisi.
Giocano i più deboli. I giovani, anche minorenni, come ha dimostrato un’inchiesta del Mattino lo scorso 22 dicembre. Le persona anziane e sole. E le famiglie a basso reddito. Con effetti paradossali dal punto di vista dell’equità del fisco. Perché dietro ogni puntata c’è un incasso dell’erario e scommettono di più – come certificano i dati – le persone a basso reddito. Anzi, l’economista Daniele Pacifico su www.lavoce.info sottolinea che l’intensità di gioco tra le famiglie a basso reddito è cresciuta in modo vistoso a partire dal 2009, ovvero da quando è iniziata la grande crisi.
Minori schiavi delle slot machine (video di Maria Pirro)
Fonte Il Mattino