Visitatori in fila per il corno, non per la Reggia

corno reggia casertaSposini e turisti scattano foto all’opera, poi vanno via

Napoli, 28 dicembre 2013 – I primi a lamentarsene sono i venditori abusivi di guide turistiche che presidiano, al freddo e al gelo, la Reggia vanvitelliana di Caserta in questi giorni di festività: «Di visitatori — commentano annoiati — qui non se ne vede neanche l’ombra. Invece, arrivano a decine gli sposini, e persino i cinesi, ma soltanto per il corno. Si lasciano fotografare ai piedi del corno rosso, ma poi girano i tacchi e si allontanano. La Reggia per loro è solo uno sfondo».
IL CORNO ILLUMINATO LA REGGIA NO – Uno sfondo, peraltro, neanche illuminato di sera. Tanto che da due dei riflettori piantati alla base dell’opera di quindici metri realizzata dall’artista napoletano Lello Esposito partono — potremmo dire in prestito — due fasci di luce che illuminano una porzione della negletta facciata vanvitelliana. Insomma, il corno della contesa e delle mille polemiche da opera accusata di arrecare oltraggio all’equilibrato assetto architettonico della Reggia borbonica, tanto da essere stata censurata dalla Soprintendenza ai Beni ambientali e culturali di Caserta, oggi viene quasi recuperato ad una funzione di supporto, se non di valore aggiunto del complesso monumentale, con buona pace dell’ortodossia e della mummificazione culturale di ispirazione misoneista.

I TURISTI SCARSEGGIANO – Dalla biglietteria della Reggia confermano timidamente che «i turisti scarseggiano, in quanto normalmente quello natalizio — spiegano — non è il periodo più propizio per promuovere visite di gruppi organizzati, e che le stesse aperture straordinarie, del 24 e del 25 dicembre, che saranno riproposte il 31 dicembre e il 1 gennaio, non aiutano più di tanto a incentivare gli ingressi. Il giorno di Natale — riferiscono — abbiamo registrato un centinaio di visitatori. Da un paio di anni a questa parte la tendenza rimane sempre la stessa: non riusciamo a schiodiarci dai 500 mila visitatori l’anno».

IL DIBATTITO WEB SUL CORNO – L’architetto e storico dell’arte Tommaso Rossano ha dato vita ad un infiammato dibattito sul suo profilo Facebook a favore del corno di Esposito, ipotizzando provocatoriamente — quasi come completamento della idea artistica dell’opera installata davanti al monumento di Caserta — persino la traslazione della Reggia per lasciare libero campo a «quell’obelisco contemporaneo». Per Rossano, infatti, «il corno è servito a fare esplodere una serie di contraddizioni, a cominciare dallo scontro tutto culturale avvenuto tra Soprintendenza e amministrazione comunale. A me — confessa — quell’opera, sebbene sia stata realizzata in modo davvero approssimativo, piace perché rimanda all’idea tutta borbonica della superstizione e la sua carica di ironia ha messo in crisi tutte le certezze, sulle quali amiamo essere coccolati, sin qui diffuse sull’arte. Inoltre, il corno ha scatenato, in una ampia platea in genere disinteressata, un appassionato dibattito sull’arte contemporanea che nessuna mostra è riuscito mai a promuovere. Poi, il corno è servito come occasione per far scoprire lo stato di degrado e di abbandono in cui versa la Reggia di Caserta. E infine, ma non ultimo, il corno evoca con ironia i tanti elementi verticali che nella storia hanno caratterizzato gli spazi urbani: i menhir preistorici, gli obelischi egizi, le colonne celebrative di epoca romana, le guglie barocche napoletane, i gigli nolani. E per quanto riguarda i Borbone non trascurerei gli obelischi che dominano lo spazio antistante il casino reale di Carditello, altro monumento vittima dell’irresponsabilità istituzionale».

Angelo Agrippa
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

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