Il caso di un 38enne, Andrea Saba: venne processato per la morte di un gioielliere di Vienna. E in tutti i gradi venne ritenuto estraneo. Ora dovrà rifare tutto l’iter giudiziario e difendersi di nuovo
Ferrara, 28 dicembre 2013 – Era uscito dall’incubo di un processo per omicidio, nel quale era stato assolto in tutti i tre gradi della giustizia italiana. Ma ora è entrato, invece, in un’altra spirale giuridica che rischia di farlo diventare un caso giudiziario. Al centro di tutto Andrea Saba, 38 anni, residente a Poggio Renatico, arrestato ieri mattina dai carabinieri a Poggio Renatico che gli hanno notificato un Mandato di arresto europeo. Il Mae è stato emesso il 6 febbraio scorso dall’ autorita’ giudiziaria austriaca e diramato da S.i.re.n.e., (organismo che coordina polizie e stati europei) con l’accusa di omicidio volontario e lesioni personali gravi. I fatti che gli vengono contestati sono quelli per cui, durante una rapina commessa da tre persone, nella gioielleria “Haban” di Vienna il 9 maggio 1998, venne assassinato un commesso, il quarantacinquenne Siegfried Goluch.
L’uomo arrestato (che da circa due anni era residente a Poggio Renatico), e’ stato trasferito presso il carcere di Ferrara e qui posto a disposizione delle autorità giudiziarie italiana ed austriaca che dovranno valutare la sua posizione. Questo nuovo capitolo giudiziario della vicenda, che aveva avuto già una conclusione qui in Italia, vede coinvolto Saba in base al principio per cui un procedimento legale condotto all’estero non inficia l’apertura di un processo in Austria, se il reato è stato commesso in quel paese. L’Austria dovrà valutare se vi sia stato processo e se sì, se sia stato equo ed esaustivo, anche perchè l’autorità giudiziaria austriaca potrebbe o essere a conoscenza dell’iter concluso.
In Italia esiste già una storia giudiziaria per la vicenda che vede protagonista Saba che ricordiamo, venne arrestato nell’ottobre 2000 a Santo Domingo, per ordine di cattura della procura di Bologna per rapina e omicidio, per i fatti accaduti in Austria nel 1998.
Il processo, che vide Saba alla sbarra insieme ad altre due persone (Michele D’Ambrosio di Pieve di Cento e Massimiliano Franzoni di Bologna, oggi 40enni, poi anche loro assolti), si sviluppò attraverso una prima condanna (in primo grado di giudizio) emessa il 19 dicembre 2000 (ergastolo per d’Ambrosio, 16 anni per Franzoni e 18 anni per Saba), quindi una sentenza assolutoria emessa nel settembre del 2002 dalla Corte d’Assise d’Appello di Bologna e quindi la successiva pronuncia della Corte di Cassazione che respinse (dichiarandolo inammissibile) il ricorso dell’accusa.
Fonte: La Nuova Ferrara