Roma, 10 gennaio 2014 – Duro colpo inferto dagli uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Caltanissetta ai patrimoni illeciti di cosa nostra. Sequestrati beni e imprese per un valore di circa 45 milioni di euro, dislocati a Caltanissetta, Palermo e provincia, nonché a Roma, Livorno e Catania. Lo riferisce una nota della Direzione Investigativa Antimafia.
Dalle prime ore di stamane, chiarisce la nota, gli agenti della Dia di Caltanissetta, sotto il coordinamento della Procura Distrettuale Antimafia – diretta dal Procuratore Capo della Repubblica Sergio Lari – sono impegnati in una imponente operazione di sequestro di 10 imprese, 25 fabbricati, terreni per un estensione complessiva di circa 150 ettari e di numerosi conti correnti bancari, tutti riconducibili ad un imprenditore della provincia di Palermo, residente a Caltanissetta, ritenuto soggetto in contatto ed interlocutore privilegiato di personaggi di spicco di cosa nostra nei territori di Caltanissetta e Palermo.
L’operazione, che trae origine da una complessa attività di indagine giudiziaria correlata a diverse segnalazioni di operazioni bancarie sospette, scaturisce da un provvedimento di sequestro emesso dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione – di Caltanissetta. I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa congiunta, che si terrà alle ore 11.00 presso gli uffici della Procura della Repubblica nissena, alla presenza del Procuratore Capo di Caltanissetta e del Dirigente della Dia.
Il provvedimento patrimoniale ha riguardato l’imprenditore Paolo Farinella, ritenuto dagli investigatori “in contatto ed interlocutore privilegiato” di esponenti di spicco di Cosa nostra nissena, palermitana e trapanese. In particolare, l’uomo, 70 anni, originario di Gangi (Palermo) ma residente a Caltanissetta, avrebbe preso il posto, dopo la sua morte, del cugino, Cataldo, vicino ad Angelo Siino, ‘ministro dei lavori pubblici’ di Totò Riina. “Paolo Farinella – dicono gli inquirenti – è subentrato, di fatto, nella gestione delle imprese che furono dello scomparso cugino, mantenendo, sostanzialmente, rapporti con personaggi di spicco di Cosa nostra”.
A fare scattare le indagini nel 2009 sono state alcune operazioni bancarie effettuate dall’uomo e dalla figlia. Gli accertamenti patrimoniali e finanziari delegati dalla Dda di Caltanissetta hanno permesso, così di fare emergere la sperequazione tra i redditi didhiarati dall’uomo e dal suo nucleo familiare e il valore dell’intero patrimonio a lui riconducibile. Padre e figlia, infatti, risultavano essere titolari di diverse imprese di costruzioni di opere pubbliche aggiudicatarie di numerosi appalti in tutto il territorio nazionale, di aziende agricole e di numerosi fabbricati e vastissimi appezzamenti di terreno nelle province di Caltanissetta e Palermo.
Il provvedimento di sequestro ha riguardato 10 imprese, 25 fabbricati, terreni per un estensione complessiva di circa 150 ettari e di numerosi conti correnti bancari per un valore di circa 45 milioni di euro. (Adnkronos)