Bigamo picchia e caccia la prima moglie

velo islamicoViolenza in una famiglia “allargata” a Tarzo: un senegalese, sposato con due donne, denunciato per maltrattamenti

Treviso, 10 gennaio 2014 – Picchiata e cacciata da casa dal marito bigamo, si è ritrovata sulla strada. Con due bimbi piccoli, senza sapere dove passare le gelidi notti d’inverno. Di tornare dal suo aguzzino, non se ne parla: sarebbero arrivate altre botte, altri dolori. Ma grazie ai servizi sociali del Comune di Tarzo e alla Caritas di Vittorio Veneto, una donna senegalese e i suoi figli sono stati prima ospitati in un albergo, e poi messi al sicuro in una cooperativa di pronta accoglienza a Montebelluna. Una storia drammatica di abbandono e violenza, che squarcia il velo sul mondo dell’immigrazione. Una storia che parte da lontano. Da quando, appena arrivato in Italia, un quarantenne senegalese sposa una sua donna della sua stessa nazionalità, e assieme a lei si trasferisce in un appartamento in una frazione di Tarzo. Dalla loro unione nascono un bambino e una bambina, che oggi sono in età da asilo. Dopo i primi mesi di convivenza, però, l’uomo torna da un suo soggiorno in Senegal con un’altra compagna, con la quale ha contratto regolare matrimonio nel suo Paese. Non solo: nell’appartamento di Tarzo traslocano, oltre alla nuova moglie, anche i due figli concepiti con quest’ultima, e alcuni parenti della donna. Le tensioni in famiglia aumentano, fino a sfociare nell’episodio di violenza dello scorso dicembre. L’uomo si è stancato della prima moglie, e cerca di allontanarla da casa. Durante un’accesa discussione, alza le mani sulla donna, che finisce al pronto soccorso con un trauma cranico. Il gesto potrebbe costargli caro: la vittima, il 9 dicembre, presenta una denuncia contro il marito ai carabinieri di Cison. Da quel momento, però, continuare a vivere sotto lo stesso tetto del marito violento e della sua seconda moglie (con relativi parenti e figli al seguito) diventa impossibile. Tanto che la donna, con i suoi due bimbi, non se la sente di rientrare in casa: teme di subire nuove violenze, e il marito non la rivuole tra i piedi. Servizi sociali e Caritas, al corrente della vicenda, intervengono subito. All’inizio, mamma e figli vengono ospitati in un albergo della zona, dove trascorrono alcune notti. Il Comune non abbandona i tre, e trova loro una sistemazione (della durata di un mese, per il momento) in una casa di accoglienza a Montebelluna, in attesa di trovare la soluzione migliore per tutti. Sul senegalese autore della violenza, pende la denuncia ai carabinieri. Mentre il Comune farà chiarezza anche sulla sua bigamia, permessa dalla fede musulmana, vietata dalle leggi italiane.

Andrea De Polo
Fonte: La Tribuna di Treviso