Milano, 14 gennaio 2014 – Si è conclusa questa mattina, con l’arresto avvenuto dell’ultimo dei tredici imputati, l’operazione ‘Tamburo’ condotta dai carabinieri del Ros di Milano, diretti dal tenente colonnello Giovanni Sozzo, in esecuzione di un’ordinanza richiesta dalla procura distrettuale antimafia di Milano contro il traffico di sostanze stupefacenti. L’indagine riguarda una rete di spaccio di cocaina attiva nel milanese, composta da pregiudicati calabresi legati alle cosche di ‘ndrangheta Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia), Barbaro-Papalia di Plati’ (Reggio Calabria) e Ursino-Macri’ di Siderno (Reggio Calabria).
I provvedimenti, emessi dal Gip del tribunale di Milano Luigi Varanelli su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, sono stati eseguiti nelle province di Milano, Padova e Catanzaro e giungono al culmine di un’indagine avviata nel marzo del 2010.
Per gli inquirenti, il sodalizio avrebbe potuto colmare il vuoto venutosi a creare all’indomani degli arresti operati nell’ambito dell’operazione ‘Il crimine’, conclusasi nel luglio 2010 con l’arresto di circa 300 indagati, e che ha dimostrato la capacità di infiltrazione nel tessuto sociale, politico ed economico lombardo.
Dagli accertamenti, tuttavia, è emerso che le attività condotte dagli arrestati non sarebbero riconducibili a una vera e propria associazione, ma sarebbe espressione di un ‘incontro affaristico’ tra vari esponenti provenienti da aree diverse dalla Calabria.
Insieme, gli imputati avrebbero dato vita ad una attività di spaccio definita dagli inquirenti ‘febbrile’ ma limitata al commercio al minuto, escludendo quindi i grandi canali di importazione dall’estero.
Le intercettazioni hanno permesso inoltre di evidenziare la consistente frequenza delle richieste di approvvigionamento di nuovi carichi da parte di numerose reti di spaccio distribuite sul territorio della Lombardia. (Ign)