Roma, 17 gennaio 2014 – Sindaci calabresi sul piede di guerra contro la decisione del governo di far transitare a Gioia Tauro la nave con le armi chimiche dismesse dal regime siriano. I primi cittadini di Gioia Tauro Renato Bellofiore, di Rosarno Elisabetta Tripodi e di San Ferdinando Domenico Madafferi sono decisi a concordare una serie di iniziative a livello istituzionale: all’incontro fra i rappresentanti dei tre centri piu’ direttamente interessati dall’operazione di trasbordo dei container con i gas tossici fara’ seguito, lunedi’ alle 16,30 nel municipio di San Ferdinando, un’assemblea dei primi cittadini dei 33 comuni del comprensorio e di altri comuni della regione. Ferma l’opposizione anche del presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, e del presidente della Provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa. “Non vogliamo fare allarmismi inutili, ma contestiamo sia la scelta sia il metodo utilizzato, con nessuna preventiva informazione alle autorita’ locali”, ha spiegato il sindaco di Rosarno. “Perche’ questa operazione non viene fatta in un porto militare anziche’ in uno commerciale?”. “Notizie non ne ho anche perche’ ufficialmente non sono stato avvisato, registriamo anche questo sgarbo istituzionale”, ha sottolineato il sindaco di San Ferdinando dicendosi “pronto a occupare il porto” per impedire che la popolazione corra rischi: “l’abitato – ha ricordato – si trova a 300 metri dalle banchine”. “Perche’ a Gioia Tauro si e’ scelto di portare le armi chimiche e non il relitto della Costa Concordia?”, ha chiesto provocatoriamente il sindaco di Gioia Tauro. “Manca un piano di evacuazione e di sicurezza per la cittadinanza nel caso qualcosa non andasse per il verso giusto – ha aggiunto – E’ mio dovere tutelare i miei concittadini”.
Per il presidente del Consiglio delle Autonomie locali e sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, quella dell’esecutivo e’ “una decisione verticistica che mortifica ed umilia, ancora una volta, la nostra terra. Non e’ in discussione la missione di pace e di disarmo della Siria, ne’ il ruolo che l’Italia deve avere in questa delicata fase, il problema e’ che la Calabria e’ stata considerata quasi una pattumiera, una regione dove e’ possibile fare tutto”. (AGI)