La disperazione dalla mamma, respirazione bocca bocca in auto
Venezia, 1 febbraio 2014 – La telefonata, drammatica, è arrivata al Suem intorno alle 6.40 di venerdì mattina. Al telefono gli operatori hanno sentito la voce spaventatissima di una mamma: «Cosa devo fare? La mia bambina di soli due anni e mezzo ha perso conoscenza, non si muove più.. siamo alla rotonda dell’Auchan vi prego aiutateci ». Da quel telefono la mamma non si è staccata più nei due lunghissimi minuti che sono serviti a lei e al marito al volante, per raggiungere il pronto soccorso in macchina. La corsa, le indicazioni al telefono e poi mezzora di tentativi di rianimazione non sono bastati: la piccola è entrata in arresto cardiocircolatorio ed è morta intorno alle 7.15. La bambina si era sentita male durante la notte, hanno spiegato poi i due genitori filippini agli operatori. Stava dormendo tranquilla nel suo lettino quando si è svegliata piangendo.
All’inizio aveva lamentato solo qualche dolore, poi, dopo qualche ora, sarebbero arrivati forti crampi e vomito. Inizialmente i genitori avevano pensato ad un malore comune, dovuto all’influenza di stagione o a qualcosa di avariato che la piccola poteva aver mangiato la sera prima, magari un colpo di freddo. Ma con il passare delle ore la loro preoccupazione è aumentata. I conati di vomito, con il passare della notte, non accennavano a diminuire, la bimba stava sempre peggio, piangeva, non riusciva a smettere. In preda alla paura i due genitori hanno preso la decisione di andare di persona al pronto soccorso, perchè anche al loro occhio inesperto era chiaro che stava peggiorando ancora. Nell’ultimo quarto d’ora prima di uscire la piccola vomitava sangue come se avesse un’emorragia interna e a quel punto i genitori hanno deciso di non aspettare più. Sono scesi velocemente dalla loro abitazione vicino al centro di Mestre, sono saliti in auto e sono corsi all’ospedale dell’Angelo per chiedere aiuto al pronto soccorso. Lungo il tragitto, però, la bimba si è aggravata e ha cominciato a non respirare bene. Dopo qualche minuto i genitori hanno deciso allora di fermare l’automobile e di provare a scuoterla.
La preoccupazione era che in quei pochi minuti di mancato respiro potesse perdere i sensi. E così è stato. Nonostante i tentativi dei genitori la piccola non si muoveva più. Neppure la respirazione bocca a bocca aveva rianimato la piccola. A quel punto è scattato il panico. Il padre è risalito in auto, ha ricominciato a guidare diretto verso l’ospedale dell’Angelo e la mamma ha chiamato il pronto soccorso anche se ormai stavano già raggiungendo l’ospedale con la loro automobile e mancavano appena pochi metri. «Vi prego cosa dobbiamo fare? – ha detto con la voce rotta dal pianto come se volesse allo stesso tempo avvisare il pronto soccorso del loro arrivo – abbiamo provato anche con la respirazione artificiale, ma non si muove, non risponde ». I medici allora li hanno assistiti telefonicamente nei pochi minuti prima del loro arrivo e alle 6.45 la piccola era già all’accoglienza medica. La situazione, però, era già molto grave, la bambina era in arresto cardiocircolatorio. Da quel momento non ha mai ripreso battito e respiro e poco dopo le 7 i medici hanno dovuto constatare che per lei non c’era più nulla da fare. I genitori hanno raccontato ai medici che la bambina era assolutamente sana, non aveva avuto alcun problema fino a quella sera. Per capire cosa è successo lunedì i medici hanno stabilito un esame del corpo della piccola. Per ora nessuna fa ipotesi, la bimba potrebbe aver avuto un problema sanitario congenito di cui nessuno era a conoscenza oppure aver contratto un virus o aver inghiottito qualcosa senza che i genitori se ne siano accorti che ha provocato una emorragia interna. Per ora l’unica certezza è la disperazione dei due genitori.
Alice D’Este
Fonte: Corriere del Veneto