Secondo la perizia il colpo non partì dalla pistola dell’agente
Torino, 17 febbraio 2014 – Si sarebbe suicidato Giuseppe Virdo’, il malvivente che due sabati fa ha seminato il panico nel centro di Torino, dove ha ingaggiato una sparatoria con la polizia prima di morire per un colpo di pistola. Secondo la consulenza medico legale disposta dal pm Gabriella Viglione, il colpo mortale e’ partito da una distanza troppo ravvicinata per essere sparato da un agente. L’uomo, quindi, non sarebbe stato ucciso dalla polizia. Secondo la perizia del medico legale Roberto Testi, la ferita mortale alla testa di Virdo’ e’ compatibile con lo sparo di pistola calibro 9 munita di silenziatore, una delle due armi che l’uomo aveva con se’ fin dall’inizio della sua ‘avventura’ in pieno sabato pomeriggio, lo scorso 8 febbraio, quando tra i torinesi che facevano shopping per le vie del centro cittadino sequestro’ una guardia giurata e, al termine di un lungo inseguimento, ingaggio’ un violento conflitto a fuoco. Dall’arma, inoltre, e’ stata trovata un’ogiva proprio all’interno della volante che l’uomo, approfittando del parapiglia, aveva rubato in corso Moncalieri e a bordo del quale era stato trovato morto. Gli agenti, e’ stato accertato, hanno sparato cinque colpi contro la vettura, ma nessuno ha frantumato il finestrino attraverso il quale Virdo’ puntava contro di loro una delle sue due pistole, altra circostanza che permette di stabilire una dinamica diversa da quella ipotizzata in un primo momento: mentre i poliziotti si avvicinavano alla volante, si sarebbe sparato utilizzando l’arma che impugnava nell’altra mano. Il malvivente, inoltre, nei giorni precedenti l’accaduto aveva mostrato la volonta’ di togliersi la vita a causa di problemi personali. (ANSA)
Leggi anche:
Sparatoria a Torino, ladro in fuga ucciso dalla polizia
“Voleva farsi uccidere da un agente” Freddato dalla polizia, parla la moglie