Arrivati come rifugiati del Kosovo, hanno ricevuto soldi e protezione, ma non ne avevano diritto. Scoperto un giro sospetto fra i pakistani
Prato, 19 febbraio 2014 – Giro di vite della questura sui controlli per i permessi di soggiorno e le emersioni da lavoro nero. In questi giorni sono stati denunciati diversi cittadini per false attestazioni, ma sono emersi due casi particolari che meritano una segnalazione.
Il primo riguarda una coppia (47 anni lui, 38 lei) arrivati a Prato alla fine degli anni Novanta: avevano detto di provenire dal Kosovo, nel periodo del tragico conflitto balcanico, ottenendo così un titolo di soggiorno per protezione internazionale e consistente sostegno economico in quanto rifugiati. Ma alla fine del 2013 la coppia ha chiesto di aggiornare la carta di soggiorno per inserire sul documento anche la figlia, nel frattempo divenuta quattordicenne, fornendo nell’occasione due passaporti stranamente rilasciati dalle autorità albanesi. In effetti si tratta di due albanesi, che dunque hanno percepito protezione e sostegno economico dall’Italia senza averne diritto. Sono stati denunciati e ora potrebbe scattare la rivalsa per riavere quanto indebitamente percepito.
Altro caso singolare è quello che coinvolge la comunità pakistana: la Squadra Espulsioni della Questura si è accorta di un probabile giro illecito di false garanzie per emersione da lavoro nero. Alcuni “notabili pakistani” di Prato hanno assunto infatti ruolo di garante per decine di connazionali. Alla fine un 38enne pakistano è stato denunciato per i reati di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e truffa aggravata. Ma le indagini continuano.
Fonte: La Nazione