Parigi, 23 febbraio 2014 – «Reclutiamo fumatori di marijuana»: il singolare annuncio arriva dall’ospedale di Nancy, in Francia, che si è detto pronto ad assumere un folto gruppo di “forzati dello spinello” per studiare gli effetti sul loro cervello. «Oltre 300 persone si sono presentate per partecipare allo studio. Il centralino sembra esplodere», racconta il dottor Vincent Laprèvote, il medico psichiatra che guida lo studio nazionale “Causa Map” (Cannabis Use and Magnocellular Processing), citato dal quotidiano Le Parisien.
«Sappiamo che il consumo frequente di cannabis causa disturbi cognitivi, riduzione del quoziente intellettivo, alterazione della memoria e dell’attenzione – aggiunge Laprèvote – ma questi studi che esistono già non dicono come funziona. Non raccontano ciò che succede nel nostro cervello». Così, «vogliamo spingerci oltre e abbiamo scelto l’osservazione come porta d’ingresso per studiare il suo funzionamento», precisa lo specialista, aggiungendo: «Se ci sono anomalie sull’uso regolare di cannabis, le ritroveremo sulla retina, che è un pezzo del cervello».
Ma attenzione: «Non si tratta di sapere se dopo aver fumato gli occhi funzionano bene o no». Le equipe di ricerca di Nancy partono dall’ipotesi che il forte consumo di cannabis possa modificare il sistema di comunicazione tra neuroni. “Causa Map” intende concentrarsi su un gruppo di 180 volontari, le cosiddette “cavie”, divisi in tre gruppi di età compresa tra i 18 e i 55 anni.
Tra i profili più ricercati per questo singolare “casting” scientifico: chi fa uso di cannabis almeno sette volte a settimana da più di un anno, ma anche fumatori regolari di tabacco e non fumatori. «Stranamente siamo ancora alla ricerca di fumatori di sigarette, ma per la cannabis, siamo al completo, sold out», racconta sorpreso Laprèvote, secondo cui a spingere i cosiddetti “fattoni” all’ospedale sono stati due fattori: la curiosità e l’inquietudine.
«Chi si rivolge a noi vuole capire quali sono le conseguenze di questa sua abitudine», dice ancora il medico, che però non vuole creare false illusioni. «Attenzione – avverte – in ospedale non si potranno in alcun modo fumare spinelli e noi non daremo niente». Anzi, al termine del progetto, che durerà un anno, «vogliamo invece proporre loro un aiuto» per uscire dalla dipendenza.
In Francia, il 30,6% della popolazione compresa tra i 15 e i 64 anni dichiara di aver consumato una canna almeno una volta nella vita. Una percentuale superiore alla media europea, intorno al 22%. A chi vorrà collaborare con l’ospedale di Nancy, si garantisce massima «confidenzialità e discrezione».
Fonte: Il Secolo XIX