Marò, svolta del governo indiano “Non applicare la legge antiterrorismo”

marò6Nuova udienza tra due settimane

Roma, 24 febbraio 2014 – Il procuratore generale indiano G. E. Vahanvati ha presentato l’opinione del governo favorevole ad abbandonare il Sua act per la repressione della pirateria, ma ha chiesto che i capi di accusa vengano formulati dalla polizia Nia. La difesa si è opposta a quest’ultima ipotesi e il giudice ha fissato una nuova udienza tra due settimane.

Abbandonare il Sua act per la repressione della pirateria significherebbe che i marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non sarebbero processati come presunti terroristi. Il procuratore generale della Corte suprema indiana, G E Vahanvati, ha informato che il governo ha accettato il parere del ministero della Giustizia secondo cui i militari italiani non devono essere incriminati in base a quella legge. La stessa Corte – che ha aggiornato l’udienza al prossimo 7 marzo – ha deciso anche di esaminare la richiesta del governo italiano di contestare la giurisdizione della National Investigation Agency (Nia) sul caso.

All’uscita dell’udienza in Corte Suprema, l’avvocato della difesa dei due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre Mukul Rohatgi ha voluto sottolineare il risultato di aver eliminato lo scoglio rappresentato dalla legge anti-pirati. «Con l’eliminazione del Sua Act – ha sottolineato – abbiamo fatto un primo passo. Ora presenteremo le nostre motivazioni avverse al mantenimento della polizia investigativa Nia».

È terminato il vertice sui marò iniziato questa mattina a Palazzo Chigi tra il premier Matteo Renzi, il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, il ministro della Difesa, Roberta Pinotti e l’inviato del governo per la questione dei marò, Staffan De Mistura.

Fonte: Il Messaggero