Cadavere ‘incaprettato’: arrestati tre stranieri

polizia55Roma, 15 maggio 2014 – La polizia ha risolto il “giallo della Marcigliana”, il caso del 53enne egiziano ritrovato “incaprettato”, con le mani legate dietro la schiena, in via Inviolatella Salaria a Roma lo scorso 28 ottobre. Gli agenti della Squadra mobile della capitale hanno acquisito “elementi di responsabilita’” a carico di tre stranieri, l’egiziano Mohamed Hamdy Aref Gebril, di 27 anni, e i due romeni Vasilica Laurentiu Lovin e Catalin Ciobanu, rispettivamente di 22 e 31 anni, accusati del sequestro di persona e dell’omicidio preterintenzionale dell’uomo, deceduto – secondo l’esame medico legale – per un infarto del miocardio. Secondo la ricostruzione degli inquirenti Gebril, gia’ indagato nel 2012 poiche’ ritenuto responsabile di aver appiccato un incendio di matrice estorsiva in danno di uno dei negozi della vittima, assoldando i due coindagati romeni avrebbe organizzato il sequestro di persona di Abdel Hamid Mohamed Lashein Ebrahim, la vittima, verosimilmente al fine di “dargli una lezione” e rendere piu’ incisive le proprie richieste estorsive. Nel corso del sequestro, dopo essere stato condotto nell’area isolata e rurale in cui ne sarebbe stato rinvenuto il corpo, Lashein fu colto da infarto, decedendo all’istante. Le indagini hanno consentito di ricostruire i movimenti dei tre indagati, collocandoli sia nei pressi della casa della vittima, dove e’ materialmente avvenuto il sequestro, sia sul luogo del rinvenimento del corpo dell’egiziano, in orari compatibili con i fatti e senza alcuna ragione che giustificasse la loro presenza in loco; inoltre, i due romeni sono stati localizzati, la mattina del 28 ottobre, nei pressi di via Longoni, dove in un momento successivo e’ stata rinvenuta la vettura in uso al deceduto. Ulteriori riscontri sono stati forniti dalle attivita’ tecniche di intercettazione telefonica. A conclusione dell’inchiesta, il gip ha ravvisato a carico dei tre “gravi indizi di colpevolezza”, emettendo il provvedimento di ordinanza di custodia cautelare che, per Ciobanu, sara’ eseguito attraverso il ministero degli Esteri, dal momento che questi e’ tuttora detenuto in carcere nel suo Paese per reati contro il patrimonio. (AGI) .