Strage Gallura, fermato amico di famiglia. “Ha fatto entrare i killer”. Ira della folla

m1Le telecamere installate in diversi esercizi commerciali della zona avrebbero ripreso i movimenti del commando. Oggi l’autopsia

Olbia, 19 maggio 2014 – Svolta nelle indagini sul massacro di Tempo Pausania, dove sono stati barbaramente uccisi nella loro abitazione padre, madre e figlio di appena 12 anni. A compiere il triplice omicidio sarebbero state tre persone. Un uomo è stato fermato, ira della folla assiepata fuori dalla caserma dei carabinieri.

IL FERMATO – Un uomo è stato sottoposto a fermo di polizia: nei suoi confronti sono emersi gravi indizi. Il provvedimento è stato emesso dal sostituto procuratore Angelo Beccu e dal procuratore capo Domenico Fiordalisisi. Il fermato si chiama Angelo Frigeri, 34 anni, ed è un amico di famiglia degli Azzena. Sarebbe stato incastrato dalle riprese delle telecamere di sicurezza installate negli esercizi commerciali adiacenti la casa in cui è stato commesso il triplice omicidio.

L’uomo, secondo quanto si apprende, avrebbe fatto il “palo”. Secondo indiscrezioni, l’uomo, un artigiano, stava eseguendo dei lavori all’interno dell’abitazione della famiglia Azzena e forse per questo era in possesso delle chiavi di casa. Il 35enne, a quanto pare, è stato inquadrato dal sistema di videosorveglianza di alcuni negozi vicini. Durante un lunghissimo interrogatorio in caserma avrebbe rilasciato dichiarazioni contraddittorie sulla sua presenza nella casa. L’orario in cui avrebbe detto di aver lasciato l’appartamento al primo piano non sarebbe lo stesso riportato dalle riprese delle telecamere.

A quanto si apprende, Frigeri sarebbe stato minacciato e obbligato ad aprire la porta. Ma cosa sia accaduto effettivamente in quell’abitazione e quante persone siano state coinvolte rimane un mistero. Angelo Frigeri nel suo lungo interrogatorio, avrebbe detto di essere stato minacciato e obbligato a far entrare in casa due persone. Non è chiaro se poi sia uscito dall’appartamento per fare il “palo” e controllare la zona, per poi rientrare per ripulirlo. Ancora da chiarire anche se il delitto sia stato premeditato, o se a scatenarlo sia stata la reazione di uno dei componenti la famiglia.

L’IRA DELLA FOLLA – Fuori dalla sede della Compagnia, in via Sturzo, assieme ai giornalisti, si è radunato un folto gruppo di cittadini che visto l’artigiano contro il quale ha inveito urlando “Bastardo, bastardo”.

LE INDAGINI – Sarebbero dunque tre i killer di Giovanni Maria Azzena, della moglie Giulia Zanzani e del loro figlio Pietro, trovati morti poco prima della mezzanotte di sabato nella loro casa di Tempio Pausania. Le telecamere installate in diversi esercizi commerciali della zona avrebbero ripreso i movimenti del commando. I carabinieri mantengono il riserbo ma sembrerebbe che un uomo di Tempio, amico di Azzena, sia stato interrogato a lungo nella serata di ieri ed è possibile che una svolta all’inchiesta, coordinata dal pm Angelo Beccu, possa avvenire in tempi brevi.

La scena del crimine, che pare sia stata alterata dagli assassini prima di fuggire, peraltro in modo maldestro, è stata setacciata dai Ris di Cagliari che hanno lavorato per tutta la giornata di ieri mentre l’esito dell’autopsia sui corpi delle tre vittime – dalla quale gli inquirenti si attendono elementi decisivi per far luce sulla strage – è previsto per il pomeriggio. L’esame dovrà stabilire se la morte sia dovuta a strangolamento o alle ferite inferte alla testa.

Fonte Quotidiano Nazionale