20 Maggio 2014 – di Carlo Tecce – Venghino signori venghino”, recitava il manifesto pubblicitario di Matteo Renzi. Bene, le macchine (o auto) blu sono vendute a prezzi stracciati, ma 104 ex autisti e uomini d’ordine sono parcheggiati. Sempre lì, non lontano: a Palazzo Chigi e dintorni. Così se Renzi vuole, e può capitare, li incrocia a braccia conserte all’ingresso, a smistare tesserine, a sorvegliare il passaggio di dipendenti, visitatori, diplomatici. Ma se cammina un po’, il presidente può visitare i gabbiotti disposti a un paio di isolati di distanza, verso piazza San Silvestro, e beccare un gruppone ancora più nutrito. I 104 poliziotti, ben addestrati e molto esperti, distaccati a Palazzo Chigi per la sicurezza non hanno colpe, non sono fannulloni: la solita burocrazia e la politica estemporanea, che decide senza calcolare le conseguenze, li obbliga a stare fermi, a far lievitare un numero già spaventoso di agenti che assistono le istituzioni in borghese (circa 500). OLTRE DUE mesi fa, il governo diffuse il volantino con i modelli di berline (e anche brevi appunti storici sui precedenti occupanti). A ogni bonifico per l’acquisto su eBay è seguito un comunicato, una traccia orale o scritta per dimostrare l’impegno di Palazzo Chigi per ridurre eccessi (o sprechi). E in contemporanea, in questo passaggio fra smobilitazioni o mobilitazioni, i 104 poliziotti perdevano l’in – carico senza poter rientrare al Viminale. Anche la sistemazione fisica – perché secondo Matteo le stanze vanno ridimensionate – non è stata agevole: un pezzo dei 104 è finito a Palazzo Chigi, inserito nei turni quotidiani; un pezzo in immobili in affitto dove ci sono diversi uffici di governo. I sindacati hanno protestato, l’imbarazzo era (è) evidente e la pratica l’ha presa in consegna il sottosegretario Graziano Delrio. Perché il governo s’è accorto che è peggio di una follia “trattenere” 104 poliziotti mentre gli organici vengono decimati, non ci sono pattuglie notturne per la Capitale, le centrali operative in provincia o in periferia saranno chiuse, o meglio rottamate. L’ex sindaco di Reggio Emilia non poteva semplicemente rispedire i 104 al ministero che dirige Angelino Alfano, ma doveva prima negoziare e siglare un accordo per il trasferimento e poi il successivo utilizzo. Da Palazzo Chigi fanno sapere che entro pochi giorni la questione sarà risolta; non ci saranno più i superpoliziotti ai tornelli, non dovranno più chiedere e restituire le carte d’identità e non dovranno sopravvivere nei gabbiotti col vetro ermetico. PER ADESSO, è un’intenzione. Le procedure sono un campionario di trappole, il cambio di mansione non è automatico. Un poliziotto che ha svolto un lavoro di scorta per svariati anni e ha raggiunto un livello di carriera elevato non può ritornare in Questura come se nulla fosse accaduto. E i casi sono 104, appunto. Al Viminale hanno ragionato per due mesi con il governo. E Alfano ha sempre protestato contro i piani di Renzi&C sui poliziotti. Ma non s’è mai ricordato che a Palazzo Chigi ce ne sono 104 a disposizione?
Fonte: menti informatiche