20 aprile 2014 – “Un modello di collaborazione virtuosa” tra pubblico e privato ed “un punto di riferimento per la gestione delle calamita’ naturali” sul quale basare la legge quadro per le emergenze allo studio del governo: il ministro dei Beni e delle attivita’ culturali, Dario Franceschini, fa il punto sulla ricostruzione a due anni dal terremoto in Emilia. Il commissario alla ricostruzione e presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, ha spiegato che manca ancora un miliardo di euro per gli interventi di ricostruzione.
“Lavoreremo – ha detto Franceschini arrivato in Regione a Bologna per il bilancio sulla ricostruzione dei beni pubblici e culturali danneggiati dal sisma del maggio 2012 – per risolvere anche i problemi che sono rimasti”. Tuttavia, “vorrei – ha detto Franceschini – che piuttosto di parlare di cio’ che manca ancora, ci fosse il riconoscimento che la gestione del terremoto in Emilia Romagna e’ stato e sara’ un esempio per il governo integrato tra i diversi livelli dello Stato nel rapporto con i privati e nell’affrontare l’emergenza positivamente”. Per il ministro “questa terra ha dimostrato ancora una volta di avere grandi capacita’ sia nella popolazione e sia nella guida. Credo sia utile per tutti utilizzare questa gestione – ha osservato – per mettere mano ad una legge quadro sulle calamita’ naturali che consenta di non discutere ogni volta dall’inizio su cosa fare ma permetta, di fronte ad un’emergenza, di operare gia’ nell’ambito di una normativa definita che .- ha concluso Franceschini – eviti di creare differenze di trattamento tra una zona e l’altra”.
Le cifre: stanziati 549 milioni di euro
Per l’emergenza terremoto in Emilia-Romagna sono stati stanziati 549 milioni di euro, per 664 interventi. Questo il quadro di sintesi dei tre piani operativi 2013-2014 che riguardano la ricostruzione o il recupero delle opere pubbliche e beni culturali danneggiati dal sisma: si tratta della prima attuazione del “Programma per la riparazione e il ripristino delle opere pubbliche e dei beni culturali” che prevede complessivamente 1.540 interventi per un importo di un miliardo e 354 milioni di euro”. Nello specifico, per la parte dei beni culturali, il programma prevede un finanziamento di 963 milioni di euro per 999 interventi. Sono dati diffusi, a due anni esatti dalla prima scossa, nel corso della presentazione in Regione.
Nel dettaglio, i piani operativi 2013-2014 prevedono lo stanziamento di 131 milioni di euro per 179 interventi in opere pubbliche, 288 milioni di euro per 363 interventi per beni culturali soggetti a tutela, 122,6 milioni di euro per 122 interventi in edilizia scolastica e universitaria e otto milioni accantonati “per interventi in cui sono presenti proprieta’ miste pubblico/private”, come informa la Regione. Fino ad oggi, prosegue la nota, “sono stati presentati 226 progetti di cui 109 interventi riguardano beni soggetti alla tutela, 60 beni non soggetti alla tutela e 57 con importo inferiore a cinquanta mila euro, mentre gli altri sono in fase di redazione”.
Entro la fine dell’anno partiranno “almeno una trentina di cantieri” per le opere pubbliche”. Tra i beni tutelati, saranno aperti ad esempio i cantieri della Chiesa della Confraternita della buona morte a Finale Emilia, del Torrione degli Spagnoli a Carpi, della Chiesa e convento di San Paolo in Monte a Bologna e della Chiesa di San Pietro apostolo a Cento e, a Ferrara, della Chiesa di S.Apollonia, della Chiesa dei Santissimi Giuseppe, Tecla e Rita e del Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah a Ferrara. “La collaborazione tra ministero, Regione, amministrazioni locali e diocesi realizzata in Emilia-Romagna per la gestione del terremoto rappresenta un esempio virtuoso che sara’ di riferimento per chiunque dovra’ affrontare in futuro eventi calamitosi”, ha detto Franceschini. La gestione del terremoto in Emilia-Romagna “e’ un’esperienza di cui tenere conto per la legge quadro sulle calamita’ naturali che a breve presentero’ al Consiglio dei ministri e che consentira’ in situazioni di emergenza di operare in un unico ambito normativo definito”.
Il piano di ricostruzione “e’ partito, con priorita’ definite e con tempi, risorse economiche e qualita’ degli interventi che terranno conto delle realta’ specifiche e saranno verificabili e di livello avanzato”, sottolinea Errani. Nei prossimi mesi “continueremo a lavorare con il Governo e il Parlamento per reperire le risorse mancanti per completare la ricostruzione (un miliardo di euro) e per ottenere una fiscalita’ di vantaggio per le piccole attivita’ produttive dei centri storici colpiti dal terremoto, nel pieno rispetto delle normative europee”.
Fonte: Il Resto del Carlino