Falcone: 22 anni fa la strage di Capaci, polemiche nel giorno della memoria

giovanni (16)Palermo, 23 maggio 2014 – Alle 17.58, ora della strage di Capaci, le note del silenzio hanno invaso la strada dell’Albero Falcone, dove si sono radunati migliaia di cittadini e studenti giunti da tutta Italia, simbolo della legalita’ e per un giorno anche meta di una raffica di selfie. E’ il momento culminante dell’intensa giornata dedicata alla memoria delle vittime delle stragi di mafia del ’92 e segnata anche dalle polemiche sull’antimafia. Alla fine un applauso interminabile, quasi la conferma di un impegno corale. Del resto, per contrastare l’influenza della mafia sugli affari “e’ indispensabile il coinvolgimento delle forze sane della societa’ e, in specie, delle giovani generazioni”, ha scritto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel messaggio al presidente della Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, Maria Falcone, per il 22esimo anniversario delle stragi di Capaci e di via D’Amelio. “L’esempio di dirittura morale e di impegno coraggioso fino all’estremo sacrificio di Falcone – sottolinea – e’ stato e continua a essere fondamentale stimolo a resistere alle intimidazioni della mafia e a diffondere una rinnovata fiducia nello Stato di diritto”. “#23maggio pensando a Vito, Rocco, Antonio. A Francesca”, e’ invece il tweet del premier Matteo Renzi: “A lui, Giovanni, che educava noi studenti a combattere la mafia. #ionondimentico”. Stamattina a Palermo e’ approdata “la nave della legalita’”, a bordo della quale – nella notte – si e’ svolto un incontro con gli studenti. “Il nostro compito, quello di chi insegna e di chi coordina, e’ combattere il grande alleato della mafia che e’ l’ignoranza”, ha ricordato il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. “Sarebbe interessante, insieme a iniziative come questa, istituire nelle scuole l’ora di legalita’ o rafforzare quella di educazione civica”, ha sottolineato Rosy Bindi, presidente della Commissione antimafia, mentre il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti ha ricordato come “sul terreno della corruzione si consumano rapporti sempre piu’ stretti tra la mafia e le organizzazioni di malaffare”. Il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, arrivando all’aula bunker dell’Ucciardone, ha detto di ritenere che “anche questo momento serva a dire che lo Stato c’e’, che deve fare la sua parte fino in fondo”. Per il guardasigilli, Andrea Orlando, “lo Stato democratico ha interesse a trovare la verita’ intera anche sulla stagione delle stragi. Continueremo a tenere alta la guardia”. “Il futuro del contrasto alle mafie dipende dall’impegno della politica”, ha ribadito il presidente del Senato, Piero Grasso: “dobbiamo pensare e agire strategicamente e chiudere per sempre la stagione dell’emergenza”. E’ stato anche il giorno della polemica sull’antimafia. Ha iniziato il procuratore di Termini Imerese Alfredo Morvillo, fratello di Francesca, la moglie di Giovanni Falcone: “Non e’ cambiato niente e non intendo dire nulla. Tanto e’ tutto uguale, nessun passo avanti, ne’ un vero cambiamento, in politica, come altrove. Oggi per qualcuno questa e’ solo una passerella”. Non ci sta il capo della polizia Alessandro Pansa: “Non e’ assolutamente la solita passerella, soprattutto quando c’e’ tutta questa partecipazione di giovani. Questa e’ la base principale per un rinnovamento, per una nuova voglia di lottare contro il crimine organizzato”. “Non e’ vero che non e’ cambiato nulla. In questi anni si sono fatti diversi passi in avanti. Non bisogna fermarsi”, ha ribadito Bindi. E Grasso: solita passerella? “No, la solita emozione, un’emozione che fa reagire Palermo attorno a un progetto di legalita’. Io passerelle non ne faccio. Non bisogna distruggere la fiducia e la speranza nel futuro soprattutto di questi ragazzi”. Ma per il presidente della commissione regionale Antimafia Nello Musumeci “c’e’ ormai una diffusa stanchezza: cortei, convegni, premi. Nell’Isola servono fatti: una concreta presenza dello Stato, piu’ uomini in divisa, piu’ magistrati, ma soprattutto c’e’ bisogno di lavoro, sviluppo, perche’ la mafia si nutre della disperazione della gente. E le parate della ricorrenza servono solo a chi le organizza”. Infine, c’e’ chi come l’ex pm Antonio Ingroia accusa: “Chi parla di ripensamento del principio di antimafia rischia di trasformarla in revisionismo, quando non in negazionismo, che arriva fino al punto di legittimare la trattativa tra la mafia e lo Stato”.
Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha deposto corone d’alloro sulla stele di Capaci: “Bisogna accendere la luce su ogni angolo buio rimasto sulle stragi e gli investigatori, gli inquirenti, le forze dell’ordine e i magistrati hanno acceso tante luci”.(AGI)