23 Mag – Era stato occupato il 6 aprile del 2013 durante un vero e proprio «tsunami tour» che era stato organizzato dagli aderenti del movimento «Agenzia comunitaria diritti – Action Roma». Un centinaio di persone entrarono nel complesso immobiliare di via Valentino Cerruti, di proprietà della Fondazione Seneca, occupando le abitazioni. Soltanto dopo otto mesi, era dicembre 2013, 53 nuclei familiari sono stati sgomberati. E adesso, a distanza di un anno dal blitz ecco arrivare la chiusura delle indagini da parte della procura di Roma per 43 abusivi dell’immobile. Nel «modello 21» sono finiti sia stranieri (marocchini, peruviani, romeni, ucraini, algerini, bulgari e cileni), sia italiani, tra i quali Andrea Alzetta, leader di Action, con le accuse che vanno, a seconda delle posizizoni processuali, dal furto di energia e all’invasione arbitraria del complesso.
All’epoca dell’occupazione scoppiò una lunga polemica tra occupanti e residenti della zona. Questo perché le case invase si trovano accanto ad altri immobili dove invece vivono cittadini che hanno acquistato le case (per un valore di circa 300 mila euro) affrontando spesso un mutuo. E con la presenza degli occupanti, il valore delle loro abitazioni si è abbattuto. Ora quel complesso è disabitato ma secondo i residenti il danno è fatto.
Secondo quanto scritto nel documento della procura, gli indagati sottraevano energia elettrica alla società Acea Distribuzione spa, comportamento che viene contestato a tutti gli aderenti dei Movimenti lotta per la casa che entrano abusivamente negli stabili. Ma molto spesso, anche se la magistratura prende provvedimenti nei confronti di questi soggetti, non accade nulla. Il motivo? A «bloccare» le attività dell’autorità giudiziaria, le necessità di ordine pubblico. Quindi gli sgomberi non vengono effettuati e per anni gli edifici restano in mano a chi poi finisce nel registro degli indagati e a volte anche sul banco degli imputati.
Intanto ieri i Movimenti per il diritto all’abitare, durante il comizio del presidente del Consiglio e segretario del Pd, Matteo Renzi, hanno di nuovo protestato. Qualche decina di attivisti sono stati fermati dalle forze dell’ordine e dalla Digos, durante un tentativo di contestazione. Gli antagonisti, infatti, sono arrivati in piazza del Popolo con striscioni e megafoni. Davanti all’ingresso laterale della chiesa di Santa Maria dei Miracoli, però, il gruppetto composto da circa 40 persone è stato bloccato e alcuni di loro sono stati condotti in commissariato per gli accertamenti del caso e per l’identificazione. Qualche momento di tensione si è registrato durante il fermo. I Movimenti, infatti, hanno cercato il contatto con gli agenti. L’intervento delle forze dell’ordine ha provocato tensioni tra le due parti con spintoni che si sono prolungati fino all’imbocco di via del Corso. Ripetuti i fischi rivolti al presidente del Consiglio appena iniziato il discorso.
(ha collaborato Francesca Musacchio)
Augusto Parboni
Fonte: IL TEMPO