Scatta l’allarme di Ebola. Il Sap: «Poliziotti a rischio infezione»

polizia31 luglio 2014 – La denuncia è stata raccolta anche in Italia. Gianni Tonelli, segretario generale del Sap, uno dei maggiori sindacati di polizia, afferma: «Un’associazione seria e indipendente come Medici senza frontiere denuncia una gravissima epidemia di Ebola in Africa Occidentale, definendo la situazione senza precedenti e fuori controllo. Il governo britannico ha parlato di “minaccia per il Regno Unito”, annunciando misure severe dal punto di vista della profilassi. In Italia, di contro, i ministri competenti preferiscono minimizzare o tacere. Il problema invece esiste e, come operatori impegnati nell’accoglienza delle migliaia e migliaia di migranti che sbarcano continuamente sulle coste italiane, oltre 80.000 solo nel 2014, affermiamo senza tema di smentita che il nostro sistema di controlli, prevenzione e profilassi è assolutamente inefficace».

«Poliziotti e cittadini – dice Tonelli – sono purtroppo già oggi esposti al rischio di malattie molto serie come tubercolosi, scabbia, perfino lebbra e ora Ebola. Molti colleghi sono risultati positivi ai test Tbc e in Sicilia, nella più totale assenza del Viminale e del Dicastero della Salute, abbiamo dovuto distribuire noi come Sap mascherine protettive e guanti asettici agli operatori. Fino a quando le nostre autorità, a partire dai ministri Alfano e Lorenzin, continueranno a comportarsi come quei ricchi signori che brindavano a champagne sul Titanic, mentre la nave affondava?».

Domanda ancora il segretari del Sap: «Fino a quando, riciclando comunicati stampa in fotocopia, si continuerà a raccontare la “storiella” che tutto è sotto controllo? Fino a quando, cosa forse ancor più grave, l’ordine nazionale dei medici continuerà a tacere su queste vicende, mentre nel resto del mondo i loro colleghi lanciano l’allarme? Con la salute dei cittadini e dei poliziotti non si scherza e noi come sindacato di polizia non lasceremo nulla di intentato e continueremo a denunciare queste vicende».

In serata è arrivata la replica dall’Istituto Superiore di Sanità. «Non c’è praticamente nessun rischio che qualche persona che abbia contratto il virus Ebola in Africa arrivi nel nostro paese e faccia innescare un focolaio epidemico», spiega Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’Iss. «L’epidemia in corso – ha aggiunto – è comunque senza precedenti sia per numero di persone colpite (oltre 1200) che per estensione (3 i paesi del Centro Africa coinvolti: Guinea, Liberia e Sierra Leone) per cui è auspicabile un rapido intervento internazionale».

Luigi Frasca

Fonte Il Tempo