Stragi naziste, la Germania riapre le indagini su Sant’Anna di Stazzema

santanna-eccidio-5Roma, 5 Agosto – La corte federale di Karlsruhe ha annullato la decisione della procura generale di Stoccarda che, nel maggio dell’anno scorso, aveva detto no alla riapertura delle indagini per la strage nazista di Sant’Anna di Stazzema (Lucca), in cui i nazisti il 12 agosto 1944 uccisero oltre 500 civili. Gli atti sono stati trasmessi alla procura di Amburgo, di dove è l’ex SS Gherard Sommer, condannato in Italia all’ergastolo.

Per l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema (Lucca) – in cui, il 12 agosto 1944, furono trucidate 560 persone, tra cui 107 bambini – in Italia sono stati processati e condannati all’ergastolo 10 ex militari tedeschi. Le sentenze sono state confermate dalla Cassazione, ma mai eseguite.

Il primo ottobre 2012 la procura di Stoccarda aveva deciso di non chiedere l’imputazione degli otto ex SS all’epoca ancora in vita per l’impossibilità di provare, nonostante le indagini svolte, le loro responsabilità individuali e l’aggravante della premeditazione.

Contro questa decisione hanno fatto ricorso i familiari delle vittime della strage, sostenendo che molte prove erano state trascurate e portandone di nuove, ma il 21 maggio 2013 l’istanza è stata respinta dalla procura generale di Stoccarda che ha deciso di non procedere nei confronti dei superstiti, tutti ultranovantenni e nel frattempo scesi a cinque. Ora sono tre quelli ancora in vita, ma la decisione odierna della corte federale di Karlsruhe apre la possibilità di una incriminazione per il solo Sommer, poichè gli altri due sono stati ritenuti incapaci di stare in giudizio.

«È una buona notizia, ma ora bisogna far presto. Siamo tutti troppo vecchi», ha detto Enrico Pieri, presidente dell’associazione fra i familiari dei martiri della strage nazista. La decisione della corte federale di Karlsruhe arriva al termine di un iter avviato da Pieri, che si oppose alla decisione della procura di Stoccarda di archiviare l’inchiesta.

Pieri è un superstite della strage, nella quale vennero uccisi i suoi genitori e le sue due sorelle. «Stavolta spero proprio che si vada in fondo – spiega Pieri – anche se gli imputati ormai avranno più di 90 anni. Non so nemmeno in quanti siano ancora vivi. Dopo tutti questi ricorsi – continua – io sono un po’ stanco. Ma devo ringraziare il mio avvocato, Gabriele Heinecke, che mi ha convinto ad andare avanti».

Il Secolo XIX