L’attacco dell’ex ministro alla Mogherini: «L’assurda vicenda della biancheria richiede una reazione»
Roma, 6 agosto 2014 – «Ho letto con incredulità e sdegno che al Ministero degli Esteri sarebbe arrivata dall’Ambasciata italiana in India una richiesta di rimborso per danneggiamento di alcune recinzioni a opera dei “fili per stendere la biancheria” dei due Marò»: l’ex ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha manifestato tutto il suo sconcerto per il dispaccio dell’ambasciata italiana a Nuova Delhi inviato all’amministrazione italiana. «Se fosse vero – attacca ancora – la farsa e lo sconcerto imporrebbero comunque una reazione decisa della Farnesina…».
Per Frattini dal ministero guidato da Federica Mogherini dovrebbe giungere una presa di posizione netta sulla querelle dei presunti danni riparati ma soprattutto sulla necessità di garantire ai due fucilieri una maggiore serenità, rovinata da polemiche che offrono all’India una immagine poco consona del sistema-Italia in un contesto così delicato.
L’ex ministro degli Esteri, con una battuta, ha anche criticato la scelta di ingaggiare un legale inglese («l’Italia, culla del diritto… ma forse non si è trovato un buon avvocato italiano»), considerati i continui rinvii del procedimento davanti alle varie corti indiane. L’ex esponente del governo Berlusconi ha chiesto di non aggiungere «ulteriori umiliazioni che i due ragazzi “ospiti per forza” in India non meritano, se non fosse per la dignità che loro, i due Marò, dimostrano ogni giorno». Infine il messaggio alle istituzioni, che si unisce alla richiesta di chiarezza avanzata anche dall’altro ex ministro degli Esteri, Giulio Terzi: «Chissà se l’autocritica (componente intrinseca dell’onestà ) ancora esiste – ha concluso – in chi dovrebbe esercitarla. Scusate la severità di queste ormai inevitabili riflessioni».
Intanto Massimiliano Latorre e Salvatore Girone conserveranno la libertà su cauzione in India per i prossimi due anni, secondo i canoni della burocrazia giudiziaria vigente: la Corte suprema indiana ha autorizzato il rinnovo delle garanzie bancarie che hanno evitato ai marò la detenzione, pur rimanendo sotto la custodia del massimo tribunale indiano. I titoli di garanzia bancaria a sostegno della libertà dei due Leoni del San Marco erano stati depositati in una banca di Kochi, nel Kerala (il 2 giugno del 2012) per un valore di diecimila rupie (143mila euro). La stessa Corte suprema, infine, deve esprimersi sul ricorso presentato dalla difesa italiana in merito al ruolo della polizia antiterrorismo, sul difetto di giurisdizione e sulla richiesta di rimpatrio di Latorre e Girone in attesa del processo: questo pronunciamento dovrebbe precedere l’udienza del 14 ottobre, data stabilita dopo l’ultimo rinvio (perché il giudice era malato).
di Michele De Feudis