Sono stati arrestati per lesioni personali aggravate dai carabinieri a Perugia, due coniugi nigeriani residenti in un piccolo comune della provincia che, stando a quanto appurato dall’indagine dei militari scaturita da un segnalazione della locale Asl, avrebbero fatto sottoporre le loro due figlie minorenni alla pratica dell’infibulazione. L’arresto della coppia – riferisce oggi l’Arma di Perugia – e’ stato eseguito ieri, in esecuzione di ordinanza di misura cautelare emessa da Gip del tribunale di Perugia, su richiesta formulata dalla locale procura della Repubblica. Le indagini proseguono per accertare chi abbia materialmente eseguito l’intervento che pero’, dai primi accertamenti, potrebbe essere avvenuto fuori dall’Italia: un fatto, questo, che non ha influito – tengono a sottolineare i carabinieri – sulle decisioni del giudice per le indagini preliminari, perche’ entrambe le figlie della coppia sono nate e risiedono nel territorio italiano. I due coniugi nigeriani sono integrati nel territorio e in regola con il permesso di soggiorno. Risiedono in un piccolo comune della provincia di Perugia dove lavorano. Entrambi sono risultati incensurati. Dell’indagine si sta occupando anche il tribunale dei minorenni del capoluogo umbro. Sembra comunque che le due figlie continuino a vivere con i genitori. L’indagine e’ ancora in una fase iniziale. E’ stata avviata dopo una segnalazione di un medico di una Asl di fuori regione che si e’ reso conto dell’Infibulazione durante una normale visita. Il sanitario ha quindi informato i servizi sociali che hanno a loro volta portato la vicenda all’attenzione della magistratura. A coordinare l’indagine dei militari e’ il sostituto procuratore Massimo Casucci. Alla base del provvedimento cautelare ci sarebbe la necessita’ di evitare l’allontanamento dall’Italia dei due coniugi.
E’ una forma di mutilazione del corpo femminile, in particolare dei genitali, l’infibulazione fatta praticare alle figlie minorenni da una coppia di nigeriani messi agli arresti domiciliari nell’ambito di un’indagine dei carabinieri. A spiegarlo all’ANSA e’ il dottorSaverio Arena, ginecologo presso la struttura complessa di ostetricia e ginecologia azienda ospedaliera di Perugia. Per il sanitario “l’infibulazione e’ di fatto la peggior forma di mutilazione del corpo femminile”. “Pur non essendo ritenuta necessaria dal Corano – aggiunge il dottor Arena attraverso l’ufficio stampa dell’Azienda ospedaliera – e’ una pratica diffusa nei Paesi islamici. La maggiore incidenza e’ riportata in Somalia, Eritrea, parte meridionale dell’Egitto, Senegal. Consiste nell’amputazione dei genitali femminili ma se ne riconoscono quattro differenti modalita’ di intervento, che vanno dalla circoncisione fino ad arrivare alla forma completa”. Il ginecologo spiega quindi che “la donna viene solitamente infibulata da piccola e poi cosi’ ‘presentata’ al futuro marito”. “L’infibulazione – spiega ancora il dottor Arena – ha significato di illibatezza. Il danno da infibulazione e’ una forte menomazione della donna. Porta tra l’altro successivamente alla compromissione della sensazione di piacere”.
Fonte: MeteoWeb – Peppe Caridi