Roma, 4 settembre 2014 – Il numero dei morti per Ebola nell’Africa Occidentale ha superato quota 1.900 (il 20 agosto erano 1.400) mentre i casi accertati o sospetti, limitatamente alla Guinea, alla Liberia e alla Sierra Leone sono 3.500. «In questi Paesi – ha detto Margaret Chan, direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – l’epidemia supera i nostri tentativi di controllo». I malati, secondo gli esperti, potrebbero arrivare a 20 mila prima che la rete sanitaria riesca a imbrigliare la progressione del virus.
La dottoressa Chan, 66 anni, nata a Hong Kong, studi negli Stati Uniti, in carica dal 2007, ha descritto l’epidemia di Ebola come «la più vasta, la più grave e la più complessa (di febbre emorragica, ndr) che abbiamo mai visto». Il virus, nei Paesi più colpiti, non sembra perdere virulenza. Circa il 40 per cento dei decessi, in Liberia, Guinea e Sierra Leone, sono avvenuti nel mese di agosto. «Ma la causa – secondo gli infettivologi – non è tanto una rinnovata forza della malattia, bensì il fatto che il sistema sanitario nelle aree colpite è totalmente crollato: non ci sono guanti sterili, mancano le mascherine, sono finiti i grembiuli usa e getta, i copriscarpe sono un miraggio e così il contagio si espande senza barriere».
Ieri la Nigeria ha segnalato due casi a Port Harcourt. Secondo l’Oms il virus, essendoci di mezzo una città portuale, potrebbe estendersi molto più rapidamente rispetto a quanto accaduto nelle scorse settiamane nella capitale Lagos. Dall’Inghilterra arriva la conferma che molto, nella progressione e nell’esito della malattia, dipende dall’assistenza ricevuta dai pazienti pur in assenza di una cura specifica. Un cittadino britannico colpito da Ebola – era stato trasferito in Gran Bretagna – è guarito ed è stato dimesso dall’ospedale.
di Luca Lippera
Fonte Il Messaggero
A.L.