Londra, 6 settembre 2014 – Il governo inglese sta per essere sconvolto da un nuovo ciclone che rischia di far vacillare dalle fondamenta tutta l’architettura europea. Cento deputati conservatori, consapevoli che gli indipendendentisti dell’Ukip volano in tutti i sondaggi, sono pronti alla rivolta contro il premier Cameron e hanno deciso che nei manifesti elettorali per le Politiche del 2015 metteranno senza tanti giri di parole la richiesta di andarsene armi e bagagli dalla Ue. Nessuna attesa – il premier ha proposto un referendum popolare nel 2017 – si va via e basta.
Il piano arriva in un Paese che da mesi è in costante crescita economica e che ormai avverte l’Europa solo come una palla al piede. La cosa riguarda Londra – certo – ma indirettamente tutti noi: una Ue senza il Regno Unito, migliore o peggiore che sia – chi può dirlo? -, sarebbe sicuramente diversa da quello che è. Il fatto è che i conservatori, attualmente al governo con i liberali, hanno un complicatissimo problema di sopravvivenza: l’Ukip, il partito indipendentista di Nigel Farage, sta erodendo completamente e senza sosta la loro base elettorale.
Nelle scorse settimane un deputato Tory, Douglas Carswell, si è dimesso dalla carica e si ripresenterà alle elezioni supplettive sotto le bandiere dell’Ukip. Il seggio è nel sud est del Paese. I sondaggi gli danno un vantaggio di ben 44 punti percentuali – avete letto bene: 44% – sul candidato conservatore e Carswell diventerbbe il primo parlamentare a Westminster dello United Kingdom Indipendence Party. Il programma è tanto semplice quanto brutale: fuori dalla Ue, basta con gli immigrati, in Inghilterra decidono gli inglesi. La vittoria annunciata del ribelle – «Non mi riconosco più nel partito conservatore» – fa pensare a tutti gli altri ribelli che non ci siano più altrenative: i Tory, senza uno spostamento verso le posizioni dell’Ukip, che parla al nocciolo duro dell’Inghilterra, sono destinati a essere sbranati alle prossime elezioni.
La rivolta che potrebbe far precipitare anzitempo il governo di David Cameron si nutre anche di messaggi indiretti. Due giorni fa, mentre il primo ministro era al vertice Nato e faceva la voce grossa con la Russia – un modo per distrarre l’attenzione, hanno scritto molti commentatori sui giornali inglesi – il magnate televisivo Rupert Murdoch si è incontrato a New York con il leader dell’Ukip Nigel Farage. Un colloquio «privato», hanno fatto sapere i rispettivi uffici stampa, gli stessi che si sono premurati di divulgare la notizia urbi et orbi.
Farage era in uno studio televisivo della Fox News quando Murdoch, il tycoon australiano che ha un impero nel mondo dei media (al Times a Sky) lo ha fatto chiamare dicendogli che avrebbe voluto parlargli. A Londra non hanno avuto bisogno di chiedersi cosa si siano detti i due. Murdoch circa un mese fa ha commentato su Twitter l’amicizia della figlia con il primo ministro inglese: «Mi hanno chiesto se Elizabeth sia amica di Cameron. Non so. Ma spero di no».
Fonte Il Messaggero
A.L.