Polizia, intervista a Gianni Tonelli (Sap) “A rischio l’indipendenza della categoria”

polizia poliziottoRoma, 7 settembre 2014 – “Sciopero storico” delle forze dell’ordine. “Toni irresponsabili” e “ricatti”. Titoli e dichiarazioni di questi giorni farebbero pensare a un colpo di stato delle forze dell’ordine, in realtà le cose non stanno proprio così. I tagli dei contratti e i tetti salariali hanno generato innumerevoli problemi a chi si deve occupare di sicurezza pubblica. I sindacati chiedono solo di essere ascoltati, non hanno alcuna intenzione di concertare o ricattare.
A rispondere alle dichiarazioni di Renzi e Alfano è Gianni Tonelli, segretario del sindacato Sap. Un’occasione per fare chiarezza sulla situazione delle forze dell’ordine.

Gianni Tonelli, Renzi e Alfano hanno parlato di richieste legittime ma toni eccessivi da parte delle forze dell’ordine. Addirittura di “ricatti”. Come rispondete?
Semplicemente che è eccessivo soltanto parlare di toni eccessivi. Non so se premier e ministro abbiano accusato le forze dell’ordine di irresponsabilità, ancora devo leggere bene le loro dichiarazioni, ma di rimando posso dire io che l’unica cosa irresponsabile è fare certe dichiarazioni. Irresponsabile è far apparire le forze dell’ordine come eversive.gianni tonelli
Insomma, non sarete voi a fare il golpe…
Noi abbiamo una semplice e chiara intenzione, e non parlo solo a nome del Sap ma anche a nome di tutta la Consulta della sicurezza: presentare le noste istanze nella maniera più lecita possibile. Non abbiamo nessuna intenzione di alzare i toni, usare “toni eccessivi”, vogliamo restare nell’ambito della liceità.
Si parla di uno sciopero generale delle forze dell’ordine, cui però non saranno presenti le sigle sindacali. Ma ci sarà un incontro con il governo?
Se Alfano mi convocherà ci andrò. Non capisco perché non ci sia l’intenzione di parlare con noi. Al ministro dell’interno Alfano posso rinfacciare il fatto che finora alle promesse non sono seguite le azioni concrete. Aveva promesso che ci sarebbe stato il rinnovo contrattuale, non c’è stato. Il ministro Pinotti aveva promesso lo sblocco del tetto salariale, subito seguita dallo stesso Alfano su twitter. Ma è proprio di questi giorni la notizia che mancano i fondi per sbloccare i tetti salariali. Nell’ultimo incontro con noi sempre Alfano ha promesso che si sarebbe “impegnato ad impegnarsi”. Una frase che vuole dire tutto e niente. Anzi, diciamo che non vuole dire niente.
Lo sblocco del tetto salariale. E’ questo che chiedete con più insistenza?
E’ una priorità ed è sicuramente più importante, ad oggi, del rinnovo contrattuale. Il mancato adeguamento dei parametri di retribuzione in questi ultimi cinque anni è come se avesse prodotto una riduzione di 400-500 euro netti al mese a certe categorie intermedie con persone di media anzianità. Il che significa aver avvicinato alla soglia di povertà intere famiglie. Ed è una dimostrazione di palese irresponsabilità da parte di chi governa, mentre è un segnale di responsabilità delle forze dell’ordine denunciarlo.
Oltre alla riduzione, ci sono anche stipendi incongrui per i ruoli?
Un agente che vince il concorso e diventa ispettore continua a prendere lo stipendio da agente. Un vicequestore che diventa questore continua a prendere lo stipendio da vicequestore. E’ questo non può succedere, a chi si occupa di sicurezza pubblica.
Se chi deve garantire la sicurezza rischia di convivere con la prospettiva della soglia di povertà, non è un bel segnale.
E’ compromessa la funzione stessa della sicurezza pubblica. E’ a rischio l’indipendenza della categoria. E se questo discorso viene spesso sbandierato per i magistrati, non capisco perché ci si dimentica della polizia che ha un ruolo ugualmente importante. I magistrati guadagnano dai 10.000 euro al mese in su. Noi non vogliamo i 10.000 euro al mese, ma neppure i 1.200 per certi operatori in ruoli delicati.
Insomma, i sindacati di polizia sono davvero sul piede di guerra?
E’ importante sottolineare, per il Sap ma anche per tutti gli altri sindacati, che noi intendiamo esercitare le nostre forme di protesta usando gli strumenti che la democrazia ci offre. Vogliamo fare un gesto di responsabilità e non offriremo alcun appiglio a chi ci vuole accusare del contrario. E’ un’accusa ingiusta.

 

di Riccardo Antolioni

3 thoughts on “Polizia, intervista a Gianni Tonelli (Sap) “A rischio l’indipendenza della categoria”

  1. RICORDIAMO CHE IL SAP NON E’ TRA I QUELLI CHE IN QUESTI GIORNI HANNO SOLLEVATO LA QUESTIONE E CHE HA SCELTO DI EFFETTUARE UNA MANIFESTAZIONE MOLTI GIORNI PRIMA, COME UNICA SIGLA SINDACALE DELLA POLIZIA DI STATO, e che ha scelto forme di protesta più che incisive a mio parere propagandistiche. lo stesso sindacato tempo fa non ha voluto manifestare davanti la casa di Berlusconi……… Mi faccia il piacere Tonelli di non intervenire sulle proteste degli altri atteso che ha scelto di farle da solo!

  2. FACILE CRITICARE TONELLI. CHE GLI ALTRI SINDACATI FACCIANO QUALCOSA, PER ORA ABBIAMO VISTO SOLO PERSONALISMI E NON ALTRO. IL SAP ALMENO FA QUALCOSA COME IL COISP IL RESTO TANTE CHIACCHIERE,

  3. SIGNOR SANDRO LA SMETTA, SAPPIAMO COSA HA FATTO IL SUO SINDACATO IN QUESTI ANNI. HA UN BEL CORAGGIO A PARLARE, MA SENTI DA CHE PULPITO VIENE LA PREDICA. COME MAI A PALERMO SONO CAMBIARE LE COSE NEI SINDACATI? INVECE DI GUARDARE COSA FANNO GLI ALTRI FATE E POI PARLATE.

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