Omicidio Morchi, caso riaperto dai Carabinieri

carabinieri ris scientifica
La Spezia, 8 Sett. – In questi giorni ci sono stati diversi scambi di mail e telefonate tra i carabinieri del comando spezzino e quello di Jesi. Le comunicazioni riguardavano uno dei casi più spinosi tra quelli a cui stanno lavorando i nostri militari: l’omicidio, ancora irrisolto, di Marisa Morchi, la 77enne di Castelnuovo Magra che il 14 marzo del 2013 rimase vittima di un omicidio efferato all’interno della propria abitazione di via Palvotrisia.

La donna venne mutilata. L’assassino le mozzò una mano e poi lasciò cadere delle caramelle vicino al cadavere della donna. Una scena del crimine singolare. Il sostituto procuratore Luca Monteverde e i carabinieri spezzini, i Ris di Parma, stanno ancora cercando di decifrare il messaggio dell’assassino. Decine le piste seguite, nessuna con esito positivo. Si dà la caccia a un folle.

In questo senso, nei giorni scorsi, i carabinieri spezzini hanno chiesto informazioni su Precious Omobogbe, il nigeriano 25enne che lunedì scorso per quasi due ore ha minacciato i passanti con due machete, seminando il terrore a Jesi, nell’anconetano. Tra gennaio e agosto era stato arrestato e liberato già quattro volte a Bologna, Pistoia, Fossato di Vico e a Jesi dove, l’11 agosto, aveva minacciato con un coltello l’ex compagna e aggredito un miliare.

Gli inquirenti spezzini vogliono sapere dove si trovasse il 14 marzo del 2013, e nei giorni che hanno preceduto e seguito l’omicidio Morchi. I carabinieri spezzini hanno svolto indagini ad ampio raggio, passando al setaccio la vita di decine di persone che, in qualche modo, conoscevano e potevano conoscere la 77enne di Castelnuovo. Non è saltato fuori nulla. Così le indagini sono state dirottate verso i folli conclamati.

Omobogbe, visti i precedenti, è un profilo su cui vale la pena effettuare ulteriori verifiche. Durante la sua fuga, lunedì scorso, avrebbe urlato, in preda a un raptus, «italiani, vi ammazzo tutti». I carabinieri spezzini non hanno perso la speranza di poter dare un nome all’omicida della pensionata della Val di Magra. Più volte i parenti stretti, la figlia, hanno espresso la delusione e lo sconforto di sapere il responsabile dell’omicidio ancora libero, impunito. La 77enne venne uccisa con più colpi al capo e agli arti con un corpo contundente non ancora ben definito: si parlò di una accetta, una scure, è certo che si sia trattato di un oggetto contundente. Magari un machete. Ecco perché i carabinieri hanno iniziato ad acquisire informazioni dai colleghi del comando di Jesi. E non è neppure la prima volta che gli inquirenti allargano le indagini a dei folli simili.

Due mesi dopo l’omicidio Morchi, erano state acquisite le informative del pluriomicida Adam Kabobo, il ghanese che uccise a picconate tre passanti in zona Niguarda a Milano nel maggio 2013. L’esito fu negativo.

Fonte: Il Secolo XIX

lc