Dal sesso online all’estorsione

online3BELLINZONA, 9 Sett – Si mostra completamente nudo ad una donna che l’ha adescato online credendo di fare sesso virtuale. Ma invece di essere felice per la nuova conoscenza, si ritrova a piangere o quasi. Perché gli chiede di darle 300 Euro, minacciandolo che altrimenti divulgherà il filmato (registrato senza autorizzazione) a tutti i suoi contatti di posta elettronica. La truffa della videochat inizia a mietere le prime vittime anche a sud delle Alpi. Alcuni i casi di cui si è occupata la Polizia cantonale. Il fenomeno è ancora circoscritto, anche se le segnalazioni non mancano, come ci conferma il responsabile del Servizio comunicazione e media della PolCa Renato Pizolli. A finire nella rete delle ammaliatrici online dai nomi francesi sono ovviamente soprattutto uomini, di ogni età. Più adulti che giovani. Di tutto il Ticino, pure della nostra regione.

Uno di loro ha raccontato la sua (brutta) esperienza negli scorsi giorni su Facebook. Proprio lo stesso social network da dove è partito tutto. «Una bella ragazza francese mi ha aggiunto (tra gli amici, ndr.) per poi chiedermi di approfondire la questione in Skype», ha scritto l’utente. Una volta effettuato l’accesso al software che consente di parlare con persone in ogni angolo del mondo, la donna ha cominciato a spogliarsi e a toccarsi nelle parti intime. «Continuava a insistere che era il mio turno. Inizialmente ero abbastanza imbarazzato», continua il giovane. Poi però ha vinto la timidezza e si è mostrato come mamma l’ha fatto. «Tempo 30 secondi e si è spenta la connessione e questa tipa mi chiede 300 Euro dicendomi che aveva registrato il video» e che l’avrebbe messo in rete se lui non avesse pagato. Una vera e propria estorsione: «Io le ho detto va bene per prendere tempo e che domani le avrei dato tutto quello che voleva. Ok, sono uno stupido (la parola utilizzata dal ragazzo, in realtà, è un’altra; ndr.), ma volevo vedere voi al mio posto…».

I consigli della Polizia

Cosa fare, dunque? Cedere al ricatto o lasciar perdere? «Non bisogna assolutamente dare seguito alla richiesta. Il pagamento non garantisce che il materiale compromettente venga distrutto. Anzi. L’autore della truffa spesso sfrutta infatti la sua posizione per chiedere altri soldi alla vittima», rileva Renato Pizolli. Il quale invita i cittadini a dare un’occhiata al sito della Polizia cantonale alla voce «Prevenzione». La pagina contiene informazioni sulle truffe nel contesto delle videochat e, soprattutto, consigli utilissimi per come evitarle e su come comportarsi quando invece ci si è cascati.

Fonte: CdT. ch

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